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II FORUM ECONOMICO DEL
MEDITERRANEO
Roma, 25–26 febbraio 2010
Documentazione di supporto A cura del Settore Crediti Corporate ƒ Presenza e operatività del sistema bancario italiano nei Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo ed altri elementi di approfondimento su questioni economico-finanziarie ƒ Dati di sintesi sui sistemi bancari dei Paesi della Sponda Sud ƒ Dati macroeconomici relativi ai Paesi della Sponda Sud e ai rapporti con l'Italia PAESI DEL MEDITERRANEO
Presenza e operatività del sistema bancario italiano nei Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo ed altri elementi di approfondimento su questioni economico-finanziarie I. Presenza e operatività del sistema bancario italiano nei Paesi della Sponda Sud
a. Presenza diretta ed indiretta delle banche italiane nei Paesi della Sponda Sud b. Dati sull'operatività delle banche italiane con i Paesi della Sponda Sud c. Rischio Paese II. Approfondimenti su alcune questioni politiche, economiche e finanziarie di
particolare rilevanza per le relazioni tra l'Italia e l'UE ed i Paesi della Sponda
a. Il Processo di Barcellona b. L'Unione per il Mediterraneo c. Gli strumenti finanziari del Partenariato Euro-Mediterraneo: European Neighbourhood and Partnership Instrument (ENPI), BEI e Facility for Euromediterranean Investment and Partnership (FEMIP), Mediterranean Investment Initiative III. Elementi di approfondimento sui processi di privatizzazione dei settori bancari
dei Paesi della Sponda Sud
a. Panoramica del settore bancario dei Paesi del Mediterraneo (cenni) b. Processi di privatizzazione e di ristrutturazione in atto IV. Iniziative ABI a supporto della collaborazione bancaria con i Paesi della Sponda
a. Missioni di sistema nei Paesi della Sponda Sud (Prima edizione del Forum Economico del Mediterraneo e missioni di follow-up nei Paesi della Sponda Sud) b. Memorandum of Understanding con l'Unione delle Banche Arabe (UAB) Presenza e operatività del sistema bancario italiano nei Paesi della Sponda Sud
(Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Territori
Palestinesi, Tunisia, Turchia)1
a. Presenza diretta ed indiretta delle banche italiane nei Paesi della Sponda Sud
Nei Paesi della sponda sono presenti sei tra i principali gruppi bancari italiani (Banca MPS, BNL- BNP Paribas, Intesa Sanpaolo, Ubae, Unicredit e Banca Agrileasing) con complessivamente 14 uffici di rappresentanza, di cui 5 per Banca MPS (Algeria, Egitto, Marocco, Tunisia e Turchia), 5 per Intesa Sanpaolo (Egitto, Libano, Marocco, Tunisia e Turchia), 2 per Unicredit (Libia e Tunisia), 1 per Banca Agrileasing (Tunisia) e UBAE (Libia). Sono, inoltre, presenti BNL-BNP Paribas e Unicredit con desk bancari in Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia e Turchia.
BANCHE ITALIANE NEI PAESI DEL MEDITERRANEO
(dati aggiornati al 31 dicembre 2009)

BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA ALGERIA ALGERI BNL-BNP PARIBAS (El-Djazzair) RIBAS (BNP Paribas Egypt) BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA BNL-BNP PARIBAS (Sahara Bank - Multi-National) BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA MAROCCO CASABLANCA BNL-BNP PARIBAS (Banque Marocaine pour le Commerce et l'industrie) UNICREDIT GROUP BANCA AGRILEASING TUNISIA TUNISI BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA BNL-BNP PARIBAS (Union Bancaire pour le Commerce et l'Industrie) BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA TURCHIA ISTANBUL BNL-BNP PARIBAS (Turk Ekonomy Benkasi) UNICREDIT GROUP (c/o YapiKredi AS) Fonte: ABI 1 Ai fini del presente documento si prendono in considerazione i 13 Paesi della Sponda Sud che sono stati invitati a partecipare alla seconda edizione del Forum Economico del Mediterraneo. Il documento è stato redatto sulla base delle seguenti fonti: Banca d'Italia, Economist Intelligence Unit, Fondo Monetario Internazionale, elaborazioni ABI, ICE, ISTAT, SACE, Sintesi 2000 srl, The World Bank, UNCTAD, rapporti delle Banche Centrali locali. PARTECIPAZIONI DI BANCHE ITALIANE IN INTERMEDIARI BANCARI LOCALI Due gruppi bancari italiani (Intesa Sanpaolo e Unicredit) sono presenti con partecipazioni di maggioranza in Egitto e Turchia. PARTECIPATA
BANK OF ALEXANDRIA KFS (Unicredit – Gruppo Koç) YAPI VE KREDI BANKASI EGITTO - In Egitto è presente Intesa Sanpaolo, che nell'ottobre del 2006 ha acquistato l'80% di Bank of Alexandria, sesta banca del Paese per total assets (4,6 miliardi di euro a settembre 2007 con una quota di mercato del 3,7%). Bank of Alexandria opera come banca universale, con 5350 dipendenti, una rete di circa 200 sportelli sull'intero territorio nazionale ed oltre 1.300.000 clienti. TURCHIA - Ad ottobre 2006 è stata completata la fusione di Koçbank con Yapı ve Kredi Bankasi. L'81,8% del capitale della banca risultante dalla fusione2 (Yapi ve Kredi Bankasi) é detenuto da Koç Financial Services – la joint venture paritetica fra Unicredit e il Gruppo Koç – mentre il rimanente 18,20% è detenuto da azionisti di minoranza. Yapi ve Kredi Bankasi è la quinta banca del Paese e la quarta privata con una quota di mercato pari al 9% circa ed opera attraverso una rete distributiva di 857 sportelli. Due gruppi bancari italiani (Intesa Sanpaolo, Unicredit) detengono partecipazioni di minoranza in intermediari locali. PARTECIPATA
COMMERCIAL INTERNATIONAL BANK (EGYPT) S.A.E. Egitto Unicredit EFG-HERMES HOLDING COMPANY Marocco Unicredit BANQUE INTERNATIONALE ARABE DE TUNISIE - BIAT TURKIYE GARANTI BANKASI A.S. Turchia Unicredit TURKIYE IS BANKASI A.S. - ISBANK TURK EKONOMI BANKASI A.S. Fonte: EBR e Banca d'Italia, dicembre 2009 2 Prima delle fusione, Koçbank era controllata al 99,8% da Koç Financial Services A.S., la joint venture paritetica fra UniCredit e il Gruppo Koç, mentre Yapi ve Kredi Bankasi era controllata al 67,3% da Koçbank. PRESENZA DI GRUPPI ESTERI CON PARTECIPAZIONI DI CONTROLLO IN BANCHE ITALIANE Nei Paesi dell'area considerata, sono presenti, Crédit Agricole (capogruppo di Cariparma e Banca Friuladria) con 5 sussidiarie e 3 uffici di rappresentanza e BNP Paribas (capogruppo di BNL) con Credit Agricole - Calyon TIPOLOGIA
ALGERIA (CALYON) EGITTO (CREDIT AGRICOLE) ISRAELE (CALYON) UFFICIO RAPPRESENTANZA LIBANO (CREDIT AGRICOLE SUISSE) UFFICIO RAPPRESENTANZA MAROCCO (CREDIT DU MAROC) TUNISIA (CALYON) UFFICIO RAPPRESENTANZA TURCHIA (CALYON YATIRIM BANKASI) TIPOLOGIA
ALGERIA (EL DJAZAIR) SUSSIDIARIA (11 agenzie) CIPRO SUSSIDIARIA ISRAELE SUSSIDIARIA SUSSIDIARIA (Private banking) SUSSIDIARIA (Sahara Bank) SUSSIDIARIA (Turk Economi Bankasi) ACCORDI DI COLLABORAZIONE TRA BANCHE ITALIANE E BANCHE DEI PAESI DEL Da un'indagine effettuata presso il Gruppo di lavoro Relazioni Internazionali composto dai maggiori gruppi bancari italiani, è emerso che 9 di tali gruppi hanno stipulato accordi di collaborazione con controparti dei paesi della sponda Sud del Mediterraneo al fine di sviluppare il business ed assistere la rispettiva clientela nelle transazioni commerciali e finanziarie; alcuni accordi sono invece destinati alla gestione delle rimesse degli immigrati. PARTECIPAZIONI DI INTERMEDIARI DEI PAESI DEL MEDITERRANEO IN BANCHE ITALIANE L'UBAE è l'unica banca a capitale italo-arabo presente in Italia. Per la parte estera la banca è partecipata per il 49,93% dalla Libyan Arab Foreign Bank, per il 17,62% dalla egiziana National Société Général Bank e rispettivamente per il 4,66% e per il 4,34% dalle marocchine Bank Al- Maghrib e Banque Marocaine du Commerce Extérieure; per parte italiana, Unicredit detiene il 10,79% delle azioni, Banca Monte dei Paschi di Siena il 3,67% e Intesa Sanpaolo l'1,8% (oltre ad un 5,39% detenuto dal Gruppo ENI e da un 1,8% di Telecom Italia). b. Dati sull'operatività delle banche italiane con i Paesi della Sponda Sud
Al fine di disporre di un quadro dettagliato ed aggiornato circa l'operatività dell'industry bancaria con i 13 Paesi coinvolti nel Forum, nel mese di dicembre 2009 l'ABI ha condotto una specifica indagine presso il Gruppo di Lavoro Relazioni Internazionali, composto dalle maggiori banche più attive sui mercati esteri. Nella tabella che segue sono riportati i risultati quantitativi dell'indagine, alla quale hanno risposto 15 tra i maggiori gruppi bancari. Plafond Complessivo (mln di €)
(totale impegni in essere e disponibilità a Dicembre 2009) Sace export Altro
1.546 3.363 4.909 1.811 8.090 9.901 1.442
2.046 2.652 6.141
(*) Si segnala che il plafond SACE a medio-lungo è comprensivo di alcuni importi utilizzabili anche sul breve termine. (**) Finanziamenti concessi, anche attraverso succursali, a società locali partecipate da imprese italiane, e/o ad imprese a capitale interamente straniero; finanziamenti per l'acquisto titoli di Stato e di partecipazioni in società private. Complessivamente risulta un plafond stanziato per il totale dei paesi Mediterraneo di 9.901 milioni di euro, di cui 6.141 milioni utilizzati (62% del totale). Il plafond stanziato è equiripartito tra operazioni a breve e a medio-lungo termine. Pressoché la totalità del plafond stanziato (82% del totale) non prevede copertura assicurativa ed è allocato per il 58% sul breve termine, prevalentemente con finalità export. Il plafond SACE invece, che rappresenta il 18% del plafond totale, è per l'85% allocato sul medio-lungo termine, in quanto utilizzato per il finanziamento delle esportazioni di beni durevoli. Per quanto riguarda il livello di utilizzo delle risorse, il 77% circa del totale utilizzato (pari a circa 4,7 miliardi di euro) è senza copertura SACE (per il 56% impiegato con finalità export3 e per il 44% a breve) e rappresenta il 58% del totale stanziato senza previsione di copertura assicurativa; il 24% del totale utilizzato è impegnato per operazioni a breve (pari a circa 1,4 miliardi di euro). Circa la ripartizione geografica del plafond complessivo senza copertura assicurativa (il leggero scostamento con la tabella precedente è dovuto al fatto che alcune banche non hanno segnalato la ripartizione per paese), la Turchia assorbe il 48,8% del totale; segue l'Egitto con il 14,8%. Per quanto riguarda il plafond utilizzato senza copertura assicurativa, la Turchia risulta essere il paese che utilizza maggiormente il plafond messo a disposizione con una percentuale pari al 34,6% seguita dall'Egitto (22,4%). Il resto dei Paesi presenta un livello di utilizzo tra il 6,7% ed l'1,30% rispetto al plafond stanziato. 3 Tra le altre finalità rilevate vi sono alcuni finanziamenti ad imprese a capitale straniero, acquisiti per titoli di Stato Di seguito è riportata una tabella sulla distribuzione geografica accompagnata da due grafici.
Distribuzione geografica del Plafond senza copertura assicurativa (migliaia di euro)
Plafond complessivo
Plafond utilizzato
lungo termine lungo termine Marocco 288.408 257.500 386.400 1.191.577 14,8% Giordania 122.925 Turchia 1.955.043 1.976.700 3.931.743 48,8% 1.054.033 471.346 1.525.379 34,6% TOTALE 4.518.408
3.532.201 8.050.609 100% 3.142.331
1.270.312 4.412.643 100%
Plafond Complessivo
Con riferimento alle indicazioni settoriali fornite dalle banche interpellate, le attività maggiormente finanziate sono le esportazioni di impianti, macchinari e materie prime, prodotti farmaceutici, siderurgici, autoveicoli, la realizzazione di grandi opere (ferroviarie e autostradali); sono altresì finanziati gli scambi nel settore del tessile (in particolare abbigliamento di ‘alta qualità') e delle calzature. Per quanto riguarda invece il plafond SACE, oltre al finanziamento di specifiche operazioni, esso comprende anche stanziamenti destinati a linee di credito, inserite in convenzione quadro con SACE, alle quali possono essere imputati una serie di contratti non identificati a priori (secondo lo schema del credito acquirente). Con riferimento a questa tipologia di linee, quattro tra i maggiori gruppi bancari italiani hanno inserito i Paesi del Mediterraneo nell'ambito delle convenzioni stipulate con la società assicurativa, per un importo residuo disponibile di circa 106,8 milioni di dollari (dati al dicembre 2009). Numero di banche che hanno inserito il
Plafond disponibile
Paese nella convenzione quadro con SACE
(mln di Euro)
MAROCCO 2 TUNISIA 2 ISRAELE 2 GIORDANIA 1 TOTALE 4
Fonte: ABI ESPOSIZIONE CREDITIZIA COMPLESSIVA Secondo i più recenti dati della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI), a fine giugno 2009, l'esposizione del sistema bancario italiano verso i Paesi dell'area considerata era pari a 12,66 miliardi di dollari equivalenti al 6,1% dell'esposizione italiana verso il totale dei paesi in via di sviluppo. L'esposizione rilevata dalla BRI differenzia dalla rilevazione ABI in quanto comprende, oltre all'insieme dei crediti vantati da banche italiane verso soggetti esteri, anche i crediti vantati dalle dipendenze estere di banche italiane denominati in valuta estera ed in valuta locale.

Attività esterne delle banche italiane verso i paesi
(consistenze di fine periodo, in miliardi di dollari)

% sul tot. % sul tot.
Totale 1.000,12
Totale Paesi in Via di Sviluppo
Totale Paesi del Mediterraneo
Territori Palestinesi Giordania Turchia (*) Elaborazioni ABI su dati BRI (*) Dato Banca d'Italia c. Rischio Paese
PROFILO DI RISCHIO DEI PAESI DELLA SPONDA SUD (dicembre 2009) Il profilo di rischio dei Paesi del Mediterraneo è disomogeneo. Alcuni Paesi presentano livelli di rischiosità elevata, principalmente conseguente alla situazione politica, mentre altri sono percepiti con un livello di rischio molto contenuto. Per un quadro esaustivo della situazione si riporta di seguito una tabella riepilogativa della categoria SACE e dei rating assegnati dalle principali Agenzie. Categoria
(7 classi )
BB+ BB+ BB+ BB BB n.a. Territori Palestinesi n.a. n.a. n.a. n.a. Fonte: ABI, Banca d'Italia, SACE (dicembre 2009) Approfondimenti su alcune questioni politiche, economiche e finanziarie di
particolare rilevanza per le relazioni tra l'Italia, l'UE ed i Paesi della Sponda Sud
a. Il Processo di Barcellona
A Barcellona, il 27 e 28 novembre 1995, si è svolta per la prima volta una Conferenza di tutti i Ministri degli Esteri dei quindici Paesi membri dell'Unione Europea e di dodici Paesi del Mediterraneo (Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Israele, Giordania, Autorità Nazionale Palestinese, Libano, Siria, Turchia, Cipro e Malta)4. In tale occasione, viene dato avvio - con la "Dichiarazione di Barcellona" - a quello che va sotto il nome di "Processo di Barcellona", ovvero il progetto di Partenariato Euromediterraneo (o Euromed) finalizzato alla creazione di un'area di pace, stabilità e prosperità tra i Paesi Europei e quelli del Sud del Mediterraneo, attraverso il rafforzamento del dialogo politico e culturale, la cooperazione economica e finanziaria e la progressiva integrazione dei mercati5. In particolare, tre sono gli assi su cui si articola e si sviluppa la nuova politica euro- • il partenariato politico e di sicurezza, che mira a realizzare uno spazio comune di pace e stabilità, attraverso l'implementazione di azioni volte a garantire la sicurezza ed il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto; • il partenariato economico e finanziario che intende promuovere la creazione di un'area di prosperità condivisa, in primis attraverso la creazione di una zona di libero scambio tra l'UE ed i Paesi Partner Mediterranei (PPM)6 firmatari della Dichiarazione di Barcellona, entro il • il partenariato sociale, culturale ed umano volto a sviluppare le risorse umane, favorire la comprensione tra culture e gli scambi tra società civili8. Il Partenariato EuroMed si è sviluppato lungo due direttrici complementari: una dimensione regionale finalizzata a promuovere l'integrazione tra tutti i Paesi Partners - nell'ambito della quale viene attribuita particolare importanza alla cooperazione "Sud-Sud" (cf. approfondimento) 4 La questione dei rapporti tra l'Unione europea ed i Paesi terzi del Mediterraneo (PTM) ha in realtà radici più lontane. Essa si pone infatti fin dagli anni sessanta, quando la Francia sottolineava la necessità di rafforzare le interdipendenze commerciali, frutto di decenni di rapporti coloniali, tra alcuni Stati europei e i Paesi del Mediterraneo. Al vertice di Parigi del 1972 venne pertanto definita la prima politica "Globale Mediterranea", il cui asse centrale era rappresentato dal libero accesso ai mercati della Comunità per i manufatti dei Paesi del bacino mediterraneo. 5 Con l'allargamento dell'Unione Europea del maggio 2004, Cipro e Malta sono diventati membri dell'UE; il Partenariato Euro-Mediterraneo riuniva gli Stati membri dell'allora UE a 25 e 10 Partner mediterranei (Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Israele, Giordania, Autorità Nazionale Palestinese, Libano, Siria, Turchia). La Libia non rientrava nel Partenariato ma beneficiava dello status di Paese osservatore dal 1999. 6 L'Unione Europea rappresenta il partner commerciale principale dei Paesi del Mediterraneo. Nel 2008, le esportazioni europee verso i Paesi del Mediterraneo ammontavano a circa 132 miliardi di euro (ovvero il 10% delle esportazioni europee o il 40% delle importazioni del Mediterraneo) mentre le importazioni totalizzavano 116 miliardi di euro (ovvero il 7,5% delle importazioni europee e il 44% delle esportazioni del mediterraneo). 7 La data si riferisce alla totale eliminazione degli ostacoli tariffari e non tariffari allo scambio dei soli prodotti industriali. Al momento il processo di realizzazione di una zona di libero scambio tra i Paesi appartenenti alle due rive del mediterraneo è in una fase di stallo. 8 Rientrano in questo pilastro ulteriori tematiche definite e aggiunte nel 2005 quali la promozione della democrazia e il rispetto dei diritti umani, la regolamentazione dell'immigrazione e il miglioramento dell'istruzione. - e una dimensione bilaterale, che attiene unicamente ai rapporti tra l'UE ed i singoli Paesi Approfondimento: L'integrazione interregionale Sud-Sud
Il processo di stretta cooperazione Sud-Sud è uno degli assi portanti del Partenariato Euromediterraneo poiché rappresenta una tappa necessaria per una piena integrazione tra i mercati dei Paesi Europei e Mediterranei. Da essa dipende tanto la crescita dei singoli Paesi Partner quanto l'effettivo ampliamento delle opportunità di business per le imprese europee che si insediano nell'area. Al riguardo, al fine di approfondire la dimensione regionale del processo di integrazione sono stati sottoscritti i seguenti accordi: • l'Accordo di Agadir: firmato nel 2004 da Marocco, Tunisia, Egitto e Giordania e operativo dal 2007; mira alla creazione di un'area di libero scambio tra i Paesi firmatari (circa 120 milioni di abitanti) nel rispetto dei principi dell'organizzazione Mondiale del Commercio. Ulteriore obiettivo dell'accordo è favorire una progressiva integrazione a livello produttivo, consentendo il cumulo della denominazione di origine tra i Paesi aderenti e i Paesi UE. L'UE ha sostenuto sia politicamente che economicamente tale Accordo, incoraggiando il coinvolgimento di altri Paesi del Mediterraneo e stanziando 4 milioni di euro per la fornitura di assistenza tecnica ai Paesi firmatari. • l'Unione del Maghreb Arabo (UMA): istituita nel 1989 tra Marocco, Algeria, Tunisia, Mauritania e Libia con la firma del trattato di Marrakech, l'UMA si pone diverse finalità tra cui, la libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali9. Si segnala inoltre che la Turchia ha concluso numerosi accordi di libero scambio con i Paesi del bacino del Mediterraneo tra cui Israele (entrato in vigore nel 1997), le Autorità palestinesi (2004), la Siria (2004), la Tunisia (2004), l'Egitto (2005), il Marocco (2006), e recentemente anche con la Giordania Per quanto riguarda la dimensione bilaterale del processo di Barcellona, essa si è esplicata nel quadro degli Accordi di Associazione tra l'UE e i Paesi dell'area mediterranea che prevedono, con riferimento all'apertura degli scambi, un periodo transitorio per l'abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffarie di 12 anni dalla loro entrata in vigore10. Attualmente hanno ratificato gli Accordi di Associazione i seguenti Paesi: Territori Autonomi Palestinesi (entrata in vigore dell'accordo nel 1997); Tunisia (1998); Turchia (1995); Israele (2000); Marocco (2000); Giordania (2002); Libano (2003); Egitto (2004); Algeria (2005). L'Accordo di Associazione con la Siria è stato sottoscritto alla fine del 2004 e parafato a Damasco nel dicembre 2008; la firma dell'accordo, inizialmente prevista per ottobre 2009, è stata rinviata dal Governo siriano11. Per quanto riguarda invece la Turchia, si ricorda che è stato 9 Tra i progetti di cooperazione interregionale approvati dall'UMA vi sono la costituzione di una Banca per gli Investimenti e l'Import-Export, una convenzione per l'attività marittima e un accordo nel settore dei trasporti. 10 L'entrata in vigore degli Accordi si ha soltanto a seguito della ratifica degli stessi da parte di una serie di Autorità (Parlamento Europeo, Parlamenti dei Membri UE, Parlamento del Paese Partner), comportando di norma un lungo intervallo di tempo, anche di alcuni anni, tra la sottoscrizione e la ratifica. 11 L'entrata in vigore dell'Accordo è tuttavia subordinata al completamento del processo di ratifica dei 27 Paesi membri dell'UE. firmato un Accordo di Associazione nel 1995 per il perfezionamento dell'unione doganale con l'UE12; inoltre, in considerazione del processo di adeguamento all'acquis communautaire necessario per l'ingresso del Paese nell'Unione, sarà progressivamente completato l'abbattimento delle barriere tariffarie e non tariffarie per i settori ancora soggetti a restrizioni. Per accelerare l'integrazione commerciale, nell'ottobre 2005 il Consiglio dell'UE ha anche approvato la proposta della Commissione di creare una zona Pan-euro-mediterranea13 per il "cumulo di origine" dei prodotti, secondo cui le merci fabbricate a partire da fattori produttivi provenienti dai Paesi della Sponda Sud beneficiano di un accesso preferenziale al mercato UE, rispetto a Paesi terzi, in termini di abbattimento di dazi doganali. Ulteriori progressi sono stati compiuti dai singoli Stati portando al conseguente sviluppo degli scambi commerciali14; ad esempio i dazi si sono notevolmente ridotti in alcuni Paesi quali l'Egitto (dal 21,4% nel 2000 al 6,9% nel 2007) e la Giordania (dal 23% all'11%). Si segnala inoltre che Cipro, Egitto, Israele, Giordania, Malta, Marocco, Tunisia e Turchia sono membri della World Trade Organization, mentre Algeria, Libano e Libia beneficiano dello status di Paesi osservatori. Infine, notevoli miglioramenti sono stati compiuti anche dall'Egitto e dalla Tunisia al fine di favorire il Business A latere delle negoziazioni per la liberalizzazione commerciale, dal 2008, a seguito della conferenza ministeriale euro-mediterranea di Lisbona15, l'UE ha avviato una serie di negoziati bilaterali con Egitto, Israele, Marocco e Tunisia riguardanti la liberalizzazione del mercato dei servizi e la libertà di stabilimento, che dovrebbero concludersi nel corso del 2010. Nonostante i numerosi accordi in essere, si è osservato un forte ritardo rispetto agli obiettivi prefissati dalla Dichiarazione del 1995, non solo con riferimento alla creazione di un'area di libero scambio - che non sarà portata a compimento entro la scadenza prefissata del 2010 – ma, anche in termini di attuazione delle necessarie riforme strutturali e del miglioramento del quadro giuridico e regolamentare di riferimento per gli investitori esteri. 12 L'Unione Doganale non si applica al settore agricolo che è regolato da altri accordi. 13 L'area comprende l'UE, i 10 Paesi della Sponda Sud nonché Svizzera, Liechtenstein, Norvegia, Islanda. 14Gli scambi commerciali euro–mediterranei si sono rafforzati, anche a seguito dell'implementazione dell'accordo di Barcellona. In particolare, i rapporti commerciali tra i Paesi dell'Unione Europea e quelli sottoscrittori dell'Accordo di Barcellona hanno fatto registrare una crescita costante – ad eccezione del 2001, anno in cui si è registrato una rallentamento globale comune a tutte le aree geografiche - con le esportazioni dell'UE che sono passate da 44,6 a 191 miliardi di euro tra il 2000 e il 2008. Solo nel 2008, la crescita delle esportazioni verso il Paesi dell'Accordo è stato del 17,8%. I Paesi con cui i rapporti commerciali sono cresciuti maggiormente sono l'Algeria, la Libia e il Libano; la Germania, la Francia e l'Italia sono i principali Paesi protagonisti con quote rispettivamente del 21, 17 e 13% nel 2008. Per quanto riguarda invece la sponde meridionale, le esportazioni verso i Paesi Membri dell'UE sono quintuplicate nel periodo considerato, attestandosi a 197 nel 2008. I principali Paesi esportatori sono Turchia, Algeria e Egitto con rispettivamente quote del 28, 19 e 5% del totale nel 2008. Fonte: Rapporto ICE 2008-2009. 15 Il 5 e 6 Novembre 2007, si è svolta, a Lisbona, la IX Conferenza Ministeriale Euro-mediterranea. Alla riunione, presieduta dal Ministro portoghese Luis Amado, in qualità di Presidente del Consiglio UE, hanno partecipato gli Stati membri UE, Turchia, Algeria, Autorità Palestinese, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Siria e Tunisia. Erano inoltre presenti il Segretario Generale e Alto Rappresentante PESC, Javier Solana ed il Commissario per le Relazioni Esterne e la Politica di Vicinato, Benita Ferrero-Waldner. Libia, Mauritania, Albania, Lega Araba e Unione del Maghreb Arabo erano presenti in qualità di osservatori. b. Unione per il Mediterraneo
Alla luce dei risultati ottenuti, il 13 luglio 2008, in occasione del Vertice di Parigi per il Mediterraneo, il "Processo di Barcellona" è stato rilanciato e ribattezzato "Unione per il Mediterraneo (UPM)" al fine di dare un nuovo impulso al partenariato euro-mediterraneo. Il progetto è stato promosso in occasione del semestre di Presidenza francese dell'Unione Europea dal Capo di Stato Nicolas Sarkozy, con l'obiettivo di ridurre il divario in termini di sviluppo economico tra i Paesi16, nonché limitare i rischi di instabilità nella regione. Attualmente, il nuovo partenariato multilaterale, finalizzato alla coesione e all'integrazione regionale, comprende 43 Paesi euro-mediterranei (i 27 Paesi membri dell'Unione Europea e 16 Paesi del Mediterraneo)17, rappresentativi di un'area di circa 800 milioni di abitanti. "L'Unione per il Mediterraneo" si fonda sui medesimi principi della dichiarazione di Barcellona e si sviluppa lungo le direttive già individuate nell'ambito di quest'ultima, ovvero dialogo politico, cooperazione economica e area di libero scambio, dialogo sociale e culturale. Il nuovo partenariato è peraltro complementare alle relazioni già in essere tra l'Unione Europea e tutti i Paesi partner nel quadro della Politica Europea di Vicinato18, dell'Accordo di Cotonou e della strategia EU-Africa (per la Mauritania)19, nonché dei negoziati e degli accordi di adesione previsti nell'ambito del processo di allargamento comunitario (per la Turchia). Più in particolare, i principali aspetti innovativi su cui fa perno l'UPM per rilanciare il processo di Barcellona, riguardano: a) la mobilitazione politica al più alto livello, con l'organizzazione di vertici biennali dei capi di Stato e di Governo e di incontri annuali dei Ministri degli Esteri dei Paesi coinvolti; b) la messa a punto di un sistema di governance su base egualitaria, incentrato su una co- presidenza Nord-Sud in carica per due anni (i co-presidenti in carica fino al 2010 sono Nicolas Sarkozy, in rappresentanza dell'UE, e il Presidente egiziano Hosny Mubarak20); c) la realizzazione di progetti concreti di dimensione regionale e sub-regionale volti a rafforzare la cooperazione euro-mediterranea; 16 La regione è estremamente eterogenea: ad esempio, il PIL procapite oscilla da 1000 USD in Egitto e nei Territori Palestinesi a 5200 USD in Libano fino a superare 17000 USD in Israele (Fonte: ENPI regional Stategy Paper 2007-2013) 17 Oltre ai 27 Stati membri dell'Unione Europea e ai 12 membri (Albania, Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Mauritania, Siria, Territori palestinesi, Tunisia e Turchia), sono stati invitati anche altri Paesi rivieraschi (Bosnia-Erzegovina, Croazia, Montenegro e Principato di Monaco). I Paesi membri della Lega Araba e la Libia hanno statuto di osservatori del Partenariato Euro-Mediterraneo. Fonte: Memo/09/333 Press Release Rapid. 18 La politica europea di vicinato (PEV) intende stabilire relazioni privilegiate con i paesi vicini dell'Europa dell'Est, della sponda sud del Mediterraneo e del Caucaso meridionale che non hanno prospettive di adesione. Sviluppata a partire dal 2003 per condividere con i paesi vicini i benefici dell'allargamento ed evitare il manifestarsi di nuove divisioni, la PEV rientra nel quadro della strategia europea di sicurezza. La PEV viene attuata mediante piani d'azione bilaterali (che vanno da tre a cinque anni) basati sui bisogni del Paese interessato e sugli interessi reciproci di quest'ultimo e dell'Unione. Essi riguardano principalmente riforme politiche ed economiche, l'allineamento degli impianti normativi alla legislazione comunitaria, la partecipazione ai programmi comunitari e lo sviluppo e il rafforzamento della cooperazione e del dialogo. 19 La Mauritania è uno dei Paesi sottoscrittori dell'Accordo di Cotonou, firmato nel 2000 tra l'Unione Europea e settanta Paesi dell'Africa, dei Carabi e del Pacifico (Paesi ACP) per la progressiva riduzione della povertà e l'integrazione dei paesi ACP nell'economia mondiale. 20 Per il periodo 2010-2012 la presidenza dovrebbe essere detenuta dalla Spagna e dal Marocco. d) la creazione di un Segretariato tecnico, permanente e paritario, per l'individuazione e la promozione di progetti multisettoriali (il Segretariato, che avrà sede a Barcellona, sarà composto da cinque assistenti, tre europei e due provenienti dalla riva Sud). Con riferimento al punto c), il Vertice di Parigi ha riconosciuto priorità ai progetti nel settore ambientale ed energetico (disinquinamento del Mediterraneo entro il 2020 e sviluppo dell'energia solare), ad un piano di protezione civile comune (che risponda a emergenze quali catastrofi naturali e immigrazione clandestina) ed alla costruzione di porti e "autostrade del Mare"21. A queste macro-categorie si aggiungono l'iniziativa per lo sviluppo delle PMI - Mediterreanean Business Development Iniziative (MBDI)22 - e l'iniziativa per l'alta formazione e la ricerca, con la creazione dell'Università Euro-Mediterraneo in Slovenia. I finanziamenti verranno erogati attraverso fondi comunitari (FEMIP e ENPI), veicolati con strumenti già esistenti; altre risorse potranno provenire dal settore privato, dalla cooperazione bilaterale degli Stati membri dell'UE, dai contributi dei Paesi mediterranei, dalle istituzioni finanziarie internazionali e dalle banche di sviluppo regionale. Le tensioni susseguite al riaccendersi del conflitto nella striscia di Gaza nel dicembre 2008 hanno inasprito le contrapposizioni tra i membri arabi dell'Unione per il Mediterraneo e Israele, comportando il rallentamento nell'implementazione dell'accordo. Al fine di riavviare il dialogo tra i membri dell'UPM, nella seconda metà di giugno dello scorso anno si è svolta a Barcellona una riunione di alti funzionari sullo statuto e sul funzionamento del Segretariato. Secondo le prime indicazioni, l'attuale Ambasciatore della Giordania presso l'UE e la NATO di Bruxelles, Ahmad Massa'deh, potrebbe essere nominato Segretario Generale dell'Unione23. Inoltre, tra i Paesi short listed per rappresentare il Mediterraneo nel Segretariato – che dovrebbe divenire operativo nel primo semestre del 2010 – vi sarebbero Palestina, Israele, Turchia o Lega Araba. Al momento non sono stati ancora definiti i compiti che verranno affidati ai singoli componenti. I Ministri Euromed, in occasione dell'ottava conferenza dei ministri per il Commercio svoltasi a Bruxelles, hanno auspicato la rapida conclusione dell'ultimo accordo di associazione con la Siria 21 Quattro grandi corridoi rappresentano ad oggi le direttrici fondamentali del progetto delle AdM: (1) Autostrada del Mar Baltico (dal 2010): collega il Mar Baltico con gli stati membri dell'Europa Centrale e Occidentale (compresa la rotta attraverso il Mare del Nord/Mar Baltico Canale); (2) AdM dell'Europa Occidentale (dal 2010):collega il Portogallo e la Spagna al Mare del Nord e al Mare d'Irlanda, attraverso l'Arco Atlantico; (3) AdM dell'Europa Sud-Orientale (entro il 2010): collega il Mare Adriatico al Mar Ionio e il Mediterraneo orientale, inclusa Cipro; (4) AdM dell'Europa Sud-Occidentale (2010): collega Spagna, Francia, Italia e Malta; collega l'Autostrada del Mare dell'Europa Sud-Orientale anche attraverso il Mar Nero. 22 La Mediterranean Business Development Initiative, intesa a facilitare l'accesso delle PMI e delle microimprese al credito, è stata inizialmente promossa dall'Italia – in ragione della naturale vocazione allo sviluppo delle PMI- in collaborazione con il Governo spagnolo. Obiettivo principale dell'iniziativa è promuovere l'attività economica nell'area, al fine di favorire l'occupazione, il welfare nonché creare un ambiente favorevole agli investimenti (grazie al miglioramento della governance e del business climate). Nella fase preparatoria del progetto, i due Paesi hanno infatti predisposto un documento specifico (Italian-spanish Joint non paper on Mediterranean Business Development Agency) proponendo alcuni strumenti innovativi di finanziamento alle PMI, con particolare riferimento all'area del Nord Africa. Nel paper vengono altresì evidenziati ambiti specifici d'intervento quali la valutazione e la gestione del rischio, l'offerta diversificata di prodotti finanziari e lo sviluppo dei sistemi bancari locali, anche attraverso assistenza tecnica, operazioni di private equity o linee di credito. La Bei sta attualmente svolgendo uno studio di fattibilità con riferimento al progetto MBDI, al fine di indicare le forme migliori e più efficienti per soddisfare la domanda e i bisogni identificati nel documento italo-spagnolo. 23 Fonte: Le point, Un Jordanien désigné secrétaire général de l'Union pour la Méditerranée, 12/01/2010. e approvato inoltre una "trade roadmap"24 per il 2010, volta a favorire ulteriormente l'integrazione economica sotto il profilo commerciale e degli investimenti euro-mediterranei. Il secondo vertice dell'Unione per il Mediterraneo si dovrebbe tenere a giugno a Barcellona, prima della conclusione del semestre di presidenza spagnola. c. Gli strumenti finanziari del Partenariato Euro-Mediterraneo: European
Neighbourhood and Partnership Instrument (ENPI), BEI e Facility for
Euromediterranean Investment and Partnership (FEMIP), Mediterrenean
Investment Initiative
L'Unione Europea dispone di una serie di programmi e strumenti per il sostegno finanziario ai Paesi del Mediterraneo, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi individuati dal partenariato euro-mediterraneo. a) Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato (ENPI) Nel maggio 2004 l'allargamento dell'Unione Europea a dieci nuovi Paesi ha comportato l'adozione di una nuova Politica Europea "di Vicinato" - PEV (European Neighbourhood Policy) che ha coinvolto i nuovi membri nelle relazioni sia con i Paesi MEDA, sia con altri Paesi con cui l'UE a 15 aveva promosso politiche di integrazione. In particolare, la PEV si rivolge ai Paesi delle sponde orientali e meridionali del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia e Territori Palestinesi), ai Paesi vicini dell'Est (Bielorussia, Ucraina, Moldova) e ai Paesi del Caucaso meridionale (Georgia, Armenia e Azerbaijan). Per quanto riguarda la Russia, dal 2003 si è dato vita ad una partnership speciale nel contesto del Partenariato Strategico UE-Russia. Con riferimento ai Paesi del Mediterraneo, la PEV ricalca sostanzialmente gli obiettivi della Dichiarazione di Barcellona (riduzione della povertà, creazione di un'area comune di prosperità e stabilità, integrazione economica, cooperazione culturale) ponendo tuttavia maggior enfasi sull'importanza di: a) armonizzare le normative dei Paesi partner con l'impianto comunitario e di procedere nella liberalizzazione dei servizi e nella graduale apertura del settore agricolo; b) sviluppare networks per i trasporti, l'energia e le telecomunicazioni. È stata inoltre accentuata la dimensione bilaterale (UE-Paese Partner) della cooperazione rispetto a quella regionale, in modo da sviluppare piani di azione tagliati sulle specifiche esigenze di ciascun Paese. L'European Neighbourhood and Partnership Instrument (ENPI) - che ha sostituito dal 1°gennaio 2007 i precedenti programmi MEDA e TACIS25 - rappresenta lo strumento finanziario principale 24 La roadmap, che è stata redatta durante l'ultima riunione di Marrakech del gruppo di lavoro di alti funzionari, concerne: 1) l'individuazione di proposte concrete per far fronte alle difficoltà collegate all'integrazione commerciale: 2) la necessità di portare a termine le negoziazioni riguardanti la liberalizzazione commerciale nel comparto dell'agricoltura o dei servizi; 3) l'esigenza di trasformare gli accordi di associazione in accordi di libero scambio; 4) l'importanza di stabilire una rete di accordi di libero scambio tra i Paesi appartenenti alla sponda Sud del Mediterraneo. 25 Prima del 2007, i programmi di assistenza comunitaria erano contemplati unicamente da strumenti geografici specifici: il programma TACIS per i Paesi dell'Est e la Russia e il programma MEDA per i Paesi del Sud del Mediterraneo. Tra il 1995 ed il attraverso il quale si esplica le Politica Europea. Per il periodo 2007-201326 l'Unione Europea ha previsto una dotazione complessiva di circa 12 miliardi di euro - di cui 5,6 miliardi da utilizzare nel periodo 2007-2010 - secondo le priorità definite dal Programma Indicativo27, nei comparti seguenti: a) Cooperazione in materia di politica, di giustizia, di sicurezza e di migrazione; b) Sviluppo economico sostenibile (liberalizzazione de commercio, integrazione regionale, sostegno alle reti infrastrutturali; c) Sviluppo sociale e scambi culturali. Come indicato nella tabella che segue, l'allocazione dei fondi per il triennio 2007-2010 prevede la realizzazione delle seguenti Programmi dedicati ai singoli Paesi per la realizzazione dei progetti previsti nell'ambito della Politica Europea di Vicinato, per i quali sono stati stanziati 4,1 miliardi di euro, ovvero circa il 73% de totali fondi ENPI (cf. grafico 1); Programmi di cooperazione plurinazionali (sia interregionali che con riferimento alle regione Est o Sud del Mediterraneo) per i quali sono disponibili 827 milioni di euro; Programmi di cooperazione transfrontaliera, ovvero che riuniscono regioni di Stati Membri e di Paesi Partners che condividono frontiere terrestri o marittime, per i quali sono stati messi a disposizione 277 milioni di euro; Creazione di due facilities dedicate rispettivamente ai progetti di governance28 e alla promozione degli investimenti con particolare riferimento all'energia, all'ambiente e ai trasporti per un ammontare di 400 milioni di euro. 1999, la Commissione Europea ha destinato al programma MEDA I un totale di 3,4 miliardi di euro. Nella seconda fase di programmazione che riguarda il periodo 2000-2006, sono stati stanziati rispettivamente 5,3 e 2 miliardi di euro dall'UE e della BEI per sostenere il MEDA II (il programma TACIS ha invece beneficiato di finanziamenti dall'UE per 3,1 miliardi euro e dalla BEI per 500 milioni di euro). 26 Per il periodo 2007-2013, il documento di strategia regionale (DSR) definisce gli obiettivi e le priorità della cooperazione regionale in base allo strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI), integrando quindi i documenti di strategia (DSP) elaborati per ciascun paese della regione. La cooperazione regionale in tale contesto riguarda problematiche transfrontaliere che rivestono un interesse comune per tutti i paesi e che favoriranno la graduale integrazione economica e normativa con l'UE. 27 Il programma indicativo (PI) per il periodo 2007-2010 copre un numero di priorità definite in consultazione con i paesi partner in funzione della loro importanza strategica, del loro vantaggio comparativo e della loro complementarità a livello regionale, nonché della loro coerenza con le politiche dell'UE nei vari settori industriali. 28 Il Marocco e l'Ucraina sono stati i primi Paesi a beneficiare dello strumento nel 2007. Tabella 1 - Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato (ENPI)
per il periodo 2007-2010
Milioni di euro
Programmi plurinazionali
Programma interregionale Programma regionale – Sud29 343,3 Programma regionale - Est30 223,5 Totale programmi plurinazionali
Programmi per Paesi
Armenia 98,4 Azerbaigian 92 Bielorussia 20 Egitto 558 Georgia Israele 8 Giordania 265 Libano 187 Libia 8 Moldova 209,7 Marocco Territori Palestinesi Siria 130 Tunisia 300 Ukraine 494 Russia 120 Totale per Programmi Paesi
4.116,50
Programmi per la cooperazione transfrontaliera
Facility per programmi di Governance e Fondo
di investimento PEV
Totale complessivo
5.621,20
Fonte: Sito UE Finanziamenti 2007-2013 L'UE, tramite una serie di relazioni annuali, valuta i progressi concreti in materia di riforme nei Paesi oggetto della Politica Europea di Vicinato e individua i settori che richiedono ulteriori misure. Si riportano di seguito alcuni tra i principali interventi del 2008, cofinanziati con risorse messe a disposizione dall'ENPI per il periodo 2007-2010: - Egitto: il Paese ha ricevuto fondi ENPI per una ammontare di 149 milioni di Euro per progetti
volti al miglioramento della Governance nell'amministrazione pubblica, alla protezione dei diritti umani, nonché all'implementazione di due progetti, l'Education Sector Policy Support e l'Improved Water and Wastewater Services Programme (IWSP). - Giordania: il Paese ha beneficiato di 65 milioni di Euro per i seguenti interventi: i) sviluppo
del commercio e degli investimenti (48 mln €); ii) implementazione di riforme nel comparto della giustizia in particolare contro la criminalità e la corruzione (7 mln €); assistenza tecnica alle amministrazioni (10 mln €). 29 Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia e Territori Palestinesi. 30 Ucraina, Moldava, Bielorussia, Georgia, Armenia, Azerbaijan e Federazione Russa. - Marocco: il Paese ha beneficiato di uno stanziamento di circa 15 milioni di euro per la
fornitura di assistenza tecnica nel settore dei trasporti. - Tunisia: 4 milioni di euro sono stati destinati a progetti di assistenza tecnica con riferimento al
settore ambientale e dell'energia. Per quanto riguarda il periodo successivo, 2011-2013, la Commissione Europea ha già avviato consultazioni per definire il prossimo Programma Indicativo31, che verrà pubblicato nel primo trimestre del 2010. Grafico 1 - Fondi ENPI 2007- 2010
Allocazione per Paesi (Mln euro)
Fonte: Sito UE Finanziamenti 2007-2013 b) Gli strumenti della Banca Europea per gli Investimenti: Fondo Euro-Mediterraneo di Investimento e Partenariato (FEMIP) La Banca Europea per gli Investimenti, in qualità di istituzione finanziaria dell'Unione Europea, ricopre un ruolo chiave nel finanziamento delle iniziative che promuovono lo sviluppo dei Paesi L'attività di finanziamento è svolta sia su mandato della Commissione, a valere su risorse comunitarie, sia a valere sui fondi propri della banca. Al fine di potenziare gli interventi della BEI nel Mediterraneo, il Consiglio di Barcellona del marzo 2002 ha creato la Facility for Euromediterranean Investment and Partnership (FEMIP), accorpando ed integrando in un unico programma tutte le precedenti attività svolte dalla BEI, sia con fondi propri che con risorse comunitarie. 31 Il programma indicativo ha lo scopo di stabilire le priorità, che verranno articolate in programmi tematici, nei comparti seguenti: a) Cooperazione in materia di politica, di giustizia, di sicurezza e di migrazione; b) Sviluppo economico sostenibile; c) Sviluppo sociale e scambi culturali. Tale strumento mira a promuovere lo sviluppo dei Paesi partner del Mediterraneo32 e la loro integrazione con l'UE anche nell'ambito della Politica Europea di Vicinato. In particolare, costituiscono i due assi prioritari del FEMIP il sostegno al settore privato e la creazione di un ambiente favorevole all'attrazione degli investimenti. A tal fine, il FEMIP interviene attraverso una molteplicità di strumenti finanziari di cui possono beneficiare sia soggetti pubblici che privati quali prestiti a medio-lungo termine per grandi progetti33, operazioni di finanza strutturata, prestiti globali concessi ad intermediari finanziari, operazioni di equity e quasi-equity34, garanzie, fondi di assistenza tecnica35. Da ottobre 2002 a dicembre 2008 il FEMIP ha finanziato 125 progetti nei Paesi Partner, per un ammontare complessivo di 8,5 miliardi di euro. Complessivamente, con riferimento al medesimo periodo 2002-2008 il FEMIP ha: a) finanziato 1.770 imprese di piccola e media dimensione; b) favorito l'occupazione (attraverso la creazione/il mantenimento di circa 21.300 impieghi nella regione); c) mobilizzato risorse del settore privato per circa 18 miliardi di euro; d) sostenuto operazioni di private–equity; e) realizzato 88 interventi di assistenza tecnica (per un totale di 71,6 milioni di euro); f) finanziato 15 studi su questioni economiche e finanziarie relative all'area del mediterraneo. Grafico 1 - Interventi FEMIP dal 2002 al 2008 (mln euro)
Fonte: Rapporto FEMIP 2008 32 Algeria, Egitto, Palestina, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Siria e Tunisia. La Turchia, candidato per l'adesione all'Unione Europea beneficia del programma dedicato all'Europa del Sud-Est. 33 Per progetti di investimento di importo non inferiore a 25 milioni di euro. 34 Tali tipi di intervento sono mirati, tra l'altro, al rafforzamento del settore finanziario dei Paesi beneficiari. Il FEMIP può acquisire partecipazioni dirette in istituzioni finanziarie, oltre che imprese private. Può altresì investire in fondi di investimento specializzati in PMI, in particolare in fase di start-up e concedere prestiti partecipativi o prestiti subordinati. 35 L'attività di assistenza tecnica è finalizzata a promuovere il più efficiente impiego dei finanziamenti BEI, soprattutto con riferimento a progetti infrastrutturali, per i quali oltre al prestito la BEI si rende spesso necessaria un'attività di consulenza. Tabella 2 - Ripartizione dei progetti per settori e per Paesi in mln €
(periodo 2002-2008)
Energia Ambiente Linee di Capitale Industria Trasporti Capitale TOTALE di rischio 1647 - 100 - 200 Palestina Giordania 690 170 30 100 - 605 70 1665 regionali 500 74 555 110 170 400 5 1814 3657 714 1387 250 478 1798 250 8533 Fonte: Rapporto FEMIP 2008 Solo nel 2008, sono stati allocati complessivamente 1,3 miliardi di euro per la realizzazione di 21 progetti36. Di questi, 1,2 miliardi sono stati destinati a progetti con un impatto diretto nei Paesi del Mediterraneo tra cui: a) il porto di Tanger–Med in Marocco; b) progetti per la creazione di una rete autostradale in Giordania, in Marocco e in Tunisia; c) infrastrutture nel settore energetico in Egitto, Marocco, Siria e Tunisia; d) due progetti nel campo della ricerca farmaceutica in Israele; e) progetti per la costituzione di micro imprese in Libano. Inoltre, 67 milioni di euro sono stati destinati ad operazioni di private equity" per la creazione di sei fondi d'investimento nella regione, nonché per la costituzione della prima banca di microcredito siriana, mentre 16,9 milioni sono stati utilizzati per operazioni di assistenza tecnica. Come riportato nelle tabelle che seguono, il settore nel quale sono stati svolti maggiori interventi è quello dell'energia (65%), seguito dai trasporti e dalle infrastrutture (19%), mentre il Paese che ha beneficiato maggiormente dei fondi FEMIP è la Tunisia (24%), seguita dall'Egitto (22%), dal Marocco (22%) e dalla Siria (21%). 36 Circa la metà dei progetti è stata cofinanziata con altre istituzioni di finanziamento europee ed internazionali. Grafico 2 - Interventi FEMIP
Grafico 3 - Internventi FEMIP
Ripartizione per settore (2008)
Ripartizione geografica (2008)
Fonte: Rapporto FEMIP 2008 In occasione della riunione ministeriale tra il Consiglio Ecofin e il FEMIP del 2008, la BEI è stata designata coordinatore di tre progetti specifici, identificati in concomitanza del lancio dell'Unione per il Mediterraneo37: 1) la creazione di "autostrade del mare" e di una rete autostradale, attraverso il sostegno degli studi sugli impianti logistici del Mediterraneo (Logismed) e la promozione degli investimenti in campo infrastrutturale e dei trasporti; 2) il Piano per lo sviluppo dell'Energia Solare nel Mediterraneo, attraverso una collaborazione con la banca di sviluppo tedesca, Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW), e l'Agence Française de Développement (AFD), per consentire ai progetti di un valore complessivo di 5 miliardi di euro di beneficiare di finanziamenti congiunti nel settore energetico (risparmio energetico e fonti rinnovabili) nel periodo 2010-2015; 3) il Piano per il disinquinamento del Mediterraneo. c) Mediterranean Investment Initiative Nel marzo 2009 l'Institut de Prospérité Economique du Monde Méditerranéen (IPEMED), la Cassa Depositi e Crediti francese (CDC) e la Cassa Depositi e Prestiti marocchina (CDG) hanno dato avvio alla Mediterranean Investment Initiative (2IM), al fine di rafforzare gli investimenti nel Maghreb e nel Mashreq. Più in particolare, l'obiettivo della Mediterranean Investment Iniziative è quello di individuare gli ostacoli e le opportunità di business con riferimento alla regione del Mediterraneo, nonché definire gli strumenti finanziari, di natura legale e istituzionali necessari per favorire gli investimenti nell'area, con il fine ultimo di definire posposte concrete da sottoporre all'attenzione dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione per il Mediterraneo. 37 Tale decisione è stata approvata in occasione della riunione ministeriale congiunta tra il Consiglio Ecofin e il FEMIP, svoltasi a Lussemburgo il 7 ottobre 2008. In occasione del lancio di tale iniziativa è emersa la necessità di consolidare le relazioni commerciali tra le due Sponde del Mediterraneo, rafforzare il clima di fiducia per gli investitori, nonché dotare i Paesi del Mediterraneo di strumenti finanziari adeguati – costituendo eventualmente anche una specifica istituzione regionale – anche al fine di supportare gli investimenti nella regione. A tal fine sono state altresì lanciate alcune iniziative: - Fondo Inframed: il Fondo, promosso inizialmente dalla Caisse des Dépots e dalla Cassa Depositi e Prestiti – a cui si sono aggiunte successivamente la Banca d'investimento Egiziana EFG Hermes e la Cassa Depositi e Prestiti del Marocco (anche la Bei potrebbe farvi parte, fornendo agevolazioni creditizie) , prende il via dal Consiglio europeo di Marsiglia di novembre 2008, che ha approvato l'istituzione di un "fondo di fondi" destinato a investire in fondi locali per il finanziamento delle infrastrutture dei Paesi della costa meridionale del Mediterraneo, nel comparto dell'energia (reti di trasmissione e distribuzione, energie rinnovabili), dei trasporti e dello sviluppo sostenibile. Al momento non vi sono indicazioni certe sulla dimensione del fondo, che potrebbe oscillare tra i 600-1000 milioni di euro, per un periodo di 10 anni. Il fondo, lanciato ufficialmente all'inizio del 2010, investirà principalmente nei progetti greenfield (fase di costruzione e di sviluppo) e potrà investire, ma solo successivamente, nei progetti brownfield a condizione che comportino miglioramenti operativi. - Consorzio di banche euro-mediterranee: nel gennaio del 2009 la BEI è diventata partner di un consorzio composto da dieci istituzioni bancarie europee e del Mediterraneo (Al Amana, Attijariwafa Bank (Marocco), Bank of Alexandria (Egitto), Banque Internationale Arabe de Tunisie, Tunisian-Kuwaiti Bank, The National Confederation of Saving Banks of Spain (Spagna), Crédit Immobilier et Hotelier (Marocco), Frasabank (Libano), Groupe Caisse Epargne (Francia), Intesa Sanpaolo (Italia), European Investment Bank (EIB), Agence Française de Développement) con l'obiettivo di facilitare il trasferimento delle rimesse38, nonché favorire la realizzazione di progetti nel settore delle infrastrutture. - Averroes Finance (30 milioni di euro) e Averreos II (80 milioni di euro): si tratta di un progetto nato dal partenariato tra CDC Entreprises (Groupe Caisse des Dépôts), la Cassa Depositi e Prestiti del Marocco, Promotion et Participation pour la Coopération économique - PROPARCO (Groupe AFD) e la BEI al fine di investire nella regione del Maghreb e del Mashreq. - World Bank /SFI infrastructure Crisis Facility: il progetto riguarda la costituzione di una facility, inizialmente del valore di 300 milioni di USD, finalizzata a garantire finanziamenti per progetti infrastrutturali nei mercati emergenti, a seguito della crisi finanziaria internazionale. 38 Le rimesse degli emigrati giocano un ruolo prioritario nella regione e consentono di sostenere il consumo; ammontano al 20% del PIL in Giordania e in Libano e al 10% del PIL in Marocco. Fonte: rapporto FEMIP 2008. III. Elementi di approfondimento sui Paesi della Sponda Sud e sintesi delle attività
ABI nell'area
a. Panoramica del settore bancario dei Paesi del Mediterraneo (cenni)39
I progressi realizzati nel settore dell'intermediazione finanziaria sono disomogenei tra i Paesi del Mediterraneo. Alcuni mercati quali Israele, Giordania e Libano presentano un settore bancario avanzato mentre non altrettanto vale per Siria e Algeria. Altri Paesi che si situano ad un livello intermedio di sviluppo, quali Egitto, Tunisia e Marocco, hanno intensificato gli sforzi negli ultimi anni per promuovere ulteriormente il comparto ma, nonostante i progressi realizzati, le condizioni di accesso al credito rimangono tuttora uno dei principali ostacoli alla crescita e allo sviluppo del settore privato, soprattutto per le imprese di piccola e media dimensione. Questo fenomeno non sorprende nei Paesi in cui vi è una forte presenza dello Stato negli affari economici - ad esempio Algeria e Libia in cui la maggior parte delle banche è di proprietà pubblica - e di conseguenza i crediti sono principalmente destinati al settore pubblico o a settori ritenuti prioritari, con un effetto di spiazzamento sul settore privato. Nonostante l'eterogeneità degli assetti e dei livelli di sviluppo dei sistemi bancari dei mercati dell'area del Mediterraneo, si possono comunque distinguere due gruppi di Paesi in funzione di alcuni indicatori quali gli indici di bancarizzazione - (depositi + prestiti/ PIL)40 – e il livello di liquidità (aggregato M2)41. Più in particolare, alcuni mercati ovvero Cipro, Giordania, Libano e Malta presentano, a dicembre 2008, un indice di bancarizzazione elevato – ovvero maggiore del 380% del PIL - nonché un livello di liquidità superiore al 150% del PIL per il 2009. Il resto dell'area rimane tuttavia disomogeneo, presenta livelli di bancarizzazione nettamente inferiori, l'indice oscilla da un minimo del 58% per l'Algeria e per la Siria fino ad un massimo del 170% per il Marocco. Per quanto riguarda invece i livelli di liquidità42, l'aggregato monetario M2 varia dal 20% del PIL per i Territori Palestinesi a circa il 54% per la Turchia, fino al 105% del 39 Maggiori informazioni sul sistema bancario dei Paesi della Sponda Sud sono disponibili nella parte dedicata ai key Numbers bancari. 40 Fonte. Sintesi 2000 – Dati riferiti ad un campione mediamente rappresentativo dell'80% del mercato. Non sono disponibili dati per i Territori Palestinesi. 41 Fonte: Rapporto Femip 2008 – Economist Intelligence Unit. 42 In Italia l'indicatore M2/PIL era pari al 78,81% nel 2007 e all'88,24% nel 2009. (Depositi + Prestiti) / PIL
Fonti: Nostra Elaborazione su dati Sintesi 2000. Aggregato M2 in percentuale PIL
Fonti: Elaborazione ABI su dati Economist Intelligence Unit. Il principale elemento comune di vulnerabilità permane la qualità del portafoglio prestiti; molti Paesi presentano un livello elevato di NPL, ancorché con un significativo miglioramento tra il 2004 e il 2008, come evidenzia il grafico sottostante. Non Performing Loans (%)
Fonti: Elaborazione ABI su dati Sintesi 2000. Per quanto riguarda invece la crisi internazionale, gli effetti sui settori finanziari del Mediterraneo sono stati contenuti, anche grazie alla gestione prudente delle risorse e all'esposizione molto limitata nei confronti degli attivi "tossici". A causa della paralisi dei mercati interbancari internazionali, si è comunque verificata nell'area una riduzione della liquidità e le banche locali hanno riscontrato maggiori difficoltà nell'ottenimento di finanziamenti a breve Gli effetti della crisi si sono inoltre prodotti nell'area tramite canali di trasmissione indiretti, con un impatto rilevante sull'economia reale. Crescita del PIL nei Paesi della Sponda Sud
Fonti: Elaborazione ABI su dati Economist Intelligence Unit.(*previsioni) Il tasso medio di crescita del PIL per i tredici Paesi del Mediterraneo43 è passato dal 4,44% nel 2008 all'1,67% nel 2009, mentre per il 2010 si prevede una ripresa con una variazione media del 3,42%44; il rallentamento è stato causato dalla variazione dei prezzi degli idrocarburi (in particolare per i Paesi esportatori quali l'Algeria), dalla diminuzione degli investimenti diretti esteri, dalla riduzione significativa delle esportazioni (compreso il settore del turismo) e dal calo del volume delle rimesse degli emigrati (tali flussi ammontano al 20% del PIL in Giordania e in Libano e al 10% in Marocco45). b. Processi di privatizzazione e di ristrutturazione in atto46
Come emerge dalla tabella che segue, gli assetti proprietari del sistema bancario dei Paesi del Mediterraneo si presentano molto eterogeneo. Alcuni Paesi, quali l'Algeria e la Libia, sono caratterizzati da una forte presenza dello Stato nell'economia mentre altri, come Cipro, Giordania e Libano, hanno completato interamente il processo di privatizzazione; in altri Paesi ancora lo Stato detiene quote molto ridotte delle banche locali, come in Israele e a Malta. Nel resto dell'area, alcuni mercati hanno avviato processi di privatizzazione, di cui si riepilogano di seguito le caratteristiche principali nonché lo stato di avanzamento di alcuni processi di privatizzazione in atto. Asset Pubblici / Totale Asset
Fonti: Elaborazione ABI su dati Sintesi 2000. In Algeria lo Stato domina il settore con oltre il 90% degli assets e controlla le principali banche del Paese: Banque Extérieure d'Algérie (44,9% del settore in termini di asset), Banque Nationale D'Algérie (19,23%), Banque de l'Agriculture et du Développement Rural (12,33%), 43 Dati Economist Intelligence Unit. 44 Secondo i dati dell'EIU, nel 2008 il PIL italiano ha subito una variazione di -1% nel 2008 e di – 4,9% nel 2009; per il 2010 è invece previsto un aumento dell'1%. 45 Fonte: Rapporto FEMIP 2008 46 Fonte: Sintesi 2000. Crédit Populaire d'Algérie (11,13%) e Banque de Développement Local (5,38%).(Ultimi dati disponibili a Dicembre 2007). Per quanto riguarda invece la presenza di banche estere – che pesano per circa l'8% del totale asset -, operano numerosi gruppi francesi, anche in ragione del precedente dominio coloniale (BNP Paribas, El Djazair, Société Générale Algérie, Natexis Algerie e Calyon Algérie. Sono altresì preseniti la banca islamica Al Baraka Algerie (Bahrain), Al Baraka Algérie (joint venture al 50% fra lo Stato e Al baraka Group del Bahrain), l'Arab Banking Corporation (Bahrain), Citibank (USA), l'Arab Bank Algeria (Giordania) e l'Algeria Gulf Bank (Bahrain). Il sistema bancario algerino non gode di particolare credibilità a livello internazionale a causa di una serie di fallimenti tra i quali quello del 2004 di una delle principali banche private del Paese, la Khalifa Bank. La questione è ancora pendente e la banca ha iniziato a rimborsare i crediti di residenti ma non degli stranieri, sebbene il Ministro delle Finanze abbia assicurato che i debiti contratti nei confronti di imprese straniere dalla Khalifa Bank verranno considerati dal Governo Algerino come "un ritardo di pagamento". La liquidazione della Khalifa bank ha determinato il blocco delle operazioni in valuta domiciliate presso le banche, interessando anche imprese italiane. Le operazioni di privatizzazione annunciate all'inizio del 2004 per contribuire alla modernizzazione del sistema, ovvero la cessione del 49% del capitale del Crédit Populaire d'Algérie, della Banque du Développement Local (specializzata nel credito alle PMl) e della Banque Nationale d'Algérie sono attualmente in fase di stallo. Inoltre, il processo di modernizzazione del comparto, che dovrebbe allineare il Paese agli standard internazionali, è ancora agli inizi (introduzione della computerizzazione nelle operazioni bancarie, dei pagamenti elettronici e delle carte di credito). Per quanto riguarda la regolamentazione di vigilanza in vigore nel Paese, dopo il fallimento di Khalifa Bank, sono stati introdotti i principi di Basilea I, con un indice di capitalizzazione ponderato per il grado di rischio dell'attivo minimo pari all'8%, ma rimane ancora elevato il livello di NPLs (16%)47, sebbene in diminuzione. Il settore bancario egiziano è attualmente dominato da sei banche pubbliche, tre commerciali (National Bank of Egypt, Banque Misr, Banque du Caire) e tre specializzate (Principal Bank for Development Egyptian ArabLand Bank, Federal Arab Bank for Investment&Development), che – a settembre 2008 – detenevano oltre il 56% del totale attivo del settore. A settembre 2005 il Governo egiziano ha approvato un programma di riforme di ampia portata, il Financial Sector Reform 2005-2008, finalizzato a consolidare il comparto, ridurre progressivamente la presenza pubblica nell'industry, e dimezzare il numero di banche operanti nel Paese. Grazie ad una serie di operazioni di acquisizione e fusione, il numero di intermediari si è ridotto da 57 banche del giugno 2004 a 32 nel giugno 2009. Secondo fonti locali, nei prossimi 5 anni, il Governo vorrebbe ridurre ulteriormente a 21 il numero di istituti. I capisaldi della riforma sono stati: a) l'innalzamento dei requisiti minimi di capitalizzazione (che ha indotto le banche con livelli inadeguati ad operazioni di fusione); b) la ristrutturazione finanziaria e amministrativa delle banche pubbliche per la successiva privatizzazione, nonché la vendita delle azioni detenute nelle joint-ventures egiziane con banche estere; c) la riduzione dei livelli di NPLs (si stima che attualmente si attestino al 20-25% del totale del credito concesso); d) il rafforzamento del sistema di supervisione del settore. Con particolare riguardo al punto b) la prima azione annunciata dal Governo è stata la privatizzazione, nel 2006, della Bank of Alexandria – allora quarta banca statale per asset – che è stata acquistata dalla banca italiana Intesa Sanpaolo. Secondo alcune fonti, dopo il fallito tentativo di fusione con Banque Misr, il Governo avrebbe intenzione di privatizzare anche Banque du Caire (4,4% degli asset di settore), ma il processo si preannuncia ancora difficoltoso a causa delle resistenze delle parti sociali coinvolte. Per quanto riguarda invece i due colossi National Bank of Egypt e Banque Misr, al momento il Governo non avrebbe intenzione di avviare operazioni di privatizzazione. Il processo di vendita delle quote pubbliche nelle banche locali, avviato a seguito della riforma del 2005, ha favorito la progressiva entrata nel mercato di banche estere, ed in particolare arabe; a dicembre 2008 le banche estere pesavano per il 40% degli assets. Il sistema di regole di vigilanza attualmente vigente accoglie i principi dell'Accordo di Basilea I ma la Banca Centrale ha portato il limite minimo dell'indice di capitalizzazione ponderato per il grado di rischio dell'attivo al 10%. L'ultimo dato disponibile sui livelli di capitalizzazione risale al 2007 ed indicava un livello medio del 16,6%. Tuttavia esso non cattura il rischio operativo e di mercato, anche considerato che i titoli di Stato detenuti in misura rilevante dalle banche egiziane sono ponderati a zero.48 Nel Paese operano 16 banche commerciali locali e 4 filiali di banche estere. Il settore bancario israeliano è altamente concentrato; a dicembre 2008, i primi 5 gruppi bancari (Bank Hapoalim, Bank Leumi, Israel Discount Bank, United Mizrahi Bank e First International Bank of Israel) detenevano oltre il 92% degli asset di settore. Più in particolare, le prime due banche locali, Bank Hapoalim e Bank Leumi, rappresentavano complessivamente circa il 56% del totale degli A seguito della crisi finanziaria verificatasi nel 1983 e del crollo in Borsa dei corsi azionari, il Governo israeliano aveva acquisito quote di maggioranza nelle 4 principali banche locali (Bank Leumi – Bank Hapoalim - Israel Discount Bank – Mizarahi-Tefahot Bank)49. Dieci anni dopo questa nazionalizzazione è stato avviato un nuovo processo di privatizzazione. Il programma è 48 Fonte: Sintesi 2000 iniziato con la cessione di Union Bank - sussidiaria di Bank Leumi - nel 1993 e di Mizrahi-Tefahot Bank nel 1995 ai gruppi Ofer e Wertheim ed ha coinvolto progressivamente tutte le principali banche del Paese. L'operazione maggiormente significativa è stata realizzata nel 1997, con la cessione della quota di controllo di Bank Hapoalim ad un consorzio composto da investitori locali e statunitensi. Successivamente, si è conclusa nel 2005 la cessione del 26% del capitale della Israel Discount Bank al Gruppo americano Bronfman-Shruhan, per un valore di 300 milioni di dollari. Attualmente lo Stato detiene ancora una quota del 20% del gruppo. Infine anche Bank Leumi è stata parzialmente privatizzata: nel novembre 2005 è stato infatti ceduto il 9,99% del gruppo ad un fondo di investimento americano, il Cerberus Gabriel, per un valore di 530 milioni Nel 2004, Joseph Bachar, Direttore Generale dell'Israel Tax Authority (ITA), ha costituito un comitato interministeriale composto da rappresentanti delle autorità di regolamentazione e di supervisione, con l'obiettivo di guidare la ristrutturazione e la liberalizzazione del mercato dei capitali israeliano. Più in particolare il comitato interministeriale ha formulato una serie di raccomandazioni volte a ridurre il grado di concentrazione del settore dominato da grandi gruppi bancari, promuovere un ampliamento del numero di soggetti operanti nel comparto, incentivando anche forme di finanziamento alternative al credito bancario. Fino al 2005, il settore finanziario risultava infatti fortemente concentrato: dei circa 200 soggetti operanti, la maggior parte erano controllati dai 5 maggiori gruppi bancari locali51 o dalle compagnie di assicurazione, all'epoca di proprietà di Histadrut52. Più in particolare, la riforma di maggior rilevanza per il sistema finanziario israeliano è stata la "Bachar Reform", adottata a luglio del 2005, che ha previsto la riduzione del grado di concentrazione raggiunto dalle banche in materia di servizi finanziari53, attraverso una serie di misure tra cui: a) la graduale dismissione delle partecipazioni nei fondi d'investimento di qualsiasi tipo; b) l'autorizzazione ad operare nei campi dell'assicurazione vita e dei fondi pensione solo per attività di consulenza o distribuzione e non in qualità di gestori dei fondi; c) la riduzione delle partecipazioni ad una quota non superiore al 5% dell'equity delle compagnie 49 Asher Blass & Richard Grossman, Assessing Damages: The 1983 Israeli Bank Share Crisis - Sintesi 2000. 50 I fondi di investimento Cerberus Gabriel si sono aggiudicati la vendita ad un prezzo allora superiore del 16% rispetto al mercato, con l'opzione di poter acquistare un'ulteriore quota del 10,01%; a seguito di difficoltà riscontrate nel finanziamento dell'operazione, il consorzio ha però rinunciato all'esercizio di tale opzione. 51 Hapoalim, Leumi, Israel Discount Bank, Mizrahi Tefahot Bank e First International Bank of Israel. 52 Histadrut è la Confederazione generale del lavoro ebraico in terra d'Israele, organizzazione sindacale sionista fondata nel 1920 in Palestina. La Histadrut estese fin dalle sue origini la propria attività a tutti i settori dell'economia, attraverso la gestione dei servizi pubblici (assicurazioni contro l'invalidità e le malattie, uffici di collocamento, scuole, banche, reti di trasporto), delle imprese industriali e di costruzione, delle cooperative di vendita, produzione e trasporto. Prima della riforma del 2003, i capitali dei fondi pensione erano utilizzati dalla Histadrut principalmente per finanziare le imprese che controllavano. Negli anni, i fondi pensione subirono forti perdite, costringendo il Governo a garantirne il valore ai risparmiatori. Di conseguenza, nel 2003, la gestione e la proprietà dei fondi pensione fu assegnata a managers esperti, scelti dalla corte distrettuale. 53 Nel 2003, l'indice di Herfindahl-Hirschman (H-index) di Israele – indice che misura la concentrazione del sistema bancario - era pari a 0,230; nella graduatoria dei 22 Paesi a maggior concentrazione bancaria, Israele era terzo dietro Finlandia e Svizzera e prima di Paesi bassi, Irlanda e Belgio, mentre l'Italia occupava l'ultima posizione. Tale indice si è ridotto negli anni attestandosi a 0,228 nel 2005 e a 0,223 nel 2006. Fonte: Change in the Israeli Banking system - BIS Paper n°28. Le operazioni di privatizzazione e le riforme attuate negli ultimi anni hanno contribuito in modo significativo allo sviluppo del sistema finanziario israeliano; il processo di diversificazione è stato pressoché completato nel 2007. Nel novembre del 2007 il Ministero delle finanze ha deciso di costituire un secondo Comitato interministeriale denominato "Bachar II" con il compito di elaborare una nuova serie di raccomandazioni per rafforzare ulteriormente la stabilità finanziaria, migliorare la trasparenza e la supervisione dei mercati, e promuovere l'ulteriore concorrenza e la market sophistication54. Il sistema di regole di vigilanza attualmente vigente in Israele accoglie i principi dell'Accordo sul Capitale di Basilea I55; l'adozione dell'impianto regolamentare di Basilea II è prevista entro il 2010 e, a tal fine, dal 2007 la Banca Centrale ha varato uno specifico piano per la transizione al nuovo sistema, prevedendo un graduale miglioramento delle tecniche di risk management, della corporate governance e della supervisione bancaria. Il sistema bancario libico, composto da 14 banche commerciali e da 4 istituti specializzati, è controllato dallo Stato, che detiene circa l'85% degli assets di settore. Tuttavia, nell'ambito delle misure adottate per rilanciare l'economia libica ed aprire il mercato agli investimenti esteri, le Autorità libiche hanno avviato operazioni di parziale privatizzazione di due banche statali: nel 2007 il gruppo francese BNP Paribas ha acquistato il 19% di Sahara Bank per 145 milioni di euro, mentre nel 2008 la banca giordana Arab bank ha acquistato il 19% della Wahda Bank, per 210 milioni di euro. Entrambe le banche hanno l'opportunità di incrementare ulteriormente le proprie quote esercitando il diritto di opzione. Secondo alcune fonti, lo Stato avrebbe altresì intenzione di cedere quote della National Commercial Bank (si tratterebbe del 15% per un valore di 40 milioni di USD) e della Joumhiouriya Bank, prima banca del Paese per asset - che ammontano complessivamente a 6,5 miliardi di USD a seguito della fusione con Al Oumma Bank56 - (lo Stato intenderebbe cederne il 15%). Il processo di privatizzazione rimane tuttavia difficoltoso, anche in ragione dell'elevata percentuale di NPLs (18%57), ancorché in calo. Dall'apertura del mercato nel 1993, che ha consentito la costituzione di banche private e di uffici di rappresentanza da parte di banche estere, sono divenute operative solo due banche private: la Bank of Commerce and Development (BCD) dal 1996 e l'Amam Bank for Commerce and Investment dal 2003; parallelamente, 13 banche estere hanno aperto proprie dipendenze nel Paese58. Infine, il Parlamento ha approvato di recente una legge che consente alle banche estere di aprire anche filiali in Libia o di acquisire partecipazioni in banche locali, ma fino ad un tetto 54 Il 20 settembre 2007 il FTSE Group ha riclassificato la Tel Aviv Stock Exchange (TASE), portando il suo status da "advanced emerging" a "developped". Fonte: Country Finance 2007 (EIU). 55 Nel 1999 l'indice di capitalizzazione minimo ponderato per il grado di rischio dell'attivo è stato portato al 9% per adeguare i requisiti patrimoniali alla "rischiosità" del Paese. 56 Fonte: Arabian Business.Com – 18 Marzo 2009 57 Fonte: Dati SACE 58 A maggio operavano nel Paese : Arab Banking Corporation (Bahrain), Bank of Valletta (Malta), Suez Bank (Egitto), BAWAG (Germania), Calyon, BNP Paribas e Société Générale (Francia), BIAT (Tunisia), Fransabank (Libano) TIB, HSBC (UK), Housing Bank (Giordania), l'UBAE Arab-Italian Bank e Unicredit massimo 49%. Parallelamente la Banca Centrale, sta valutando l'opportunità di modernizzare il proprio sistema bancario in particolare nell'ambito delle infrastrutture per il retail banking, il trade finance e per i pagamenti internazionali. A seguito del processo di privatizzazione avviato negli anni 90, la quota di asset detenuta dallo Stato si è andata progressivamente riducendo. Attualmente lo Stato possiede unicamente una partecipazione del 25% nella Bank of Valletta, prima banca del Paese (non si dispone di informazioni sull'ulteriore privatizzazione della banca), mentre circa il 71% degli asset di settore è detenuto da intermediari esteri (dati a dicembre 2008). Il sistema bancario maltese è infatti composto da 23 banche, di cui 16 filiali di banche estere "Internationally Oriented Banking Insititutions" e 7 "Domestically-Oriented Banking Istitutions (DBI)", di cui 4 possedute da banche straniere. Il settore risulta essere sovradimensionato – la popolazione maltese ammonta a 400.000 -, e concentrato in quanto tre banche, Bank of Valletta (BOV), HSBC Bank Malta e Raiffeisen Bank Malta pesano per il 65% degli assets di settore (dati a dicembre 2008). Il sistema bancario è composto da 10 banche con licenza commerciale e 6 istituti con licenza off-shore; operano altresì nel Paese tre banche specializzate statali per lo sviluppo di settori specifici dell'economia e tre banche d'investimento (dati a dicembre 2008). Il settore bancario è concentrato e le prime 3 banche, a dicembre 2008, detenevano il 69% degli assets. La presenza estera è significativa, anche se circoscritta alle banche francesi, che hanno colto l'occasione del processo di privatizzazione per insediarsi nel Paese: BNP Paribas ha acquistato Banque Marocaine pour le Commerce et l'Industrie (BMCI Bank) e Banque Marocaine du Commerce Extérieur, Crédit Agricole ha acquisito Crédit du Maroc e Société Générale la SG Marocaine de Banques. Operano altresì Citibank (UK) e Arab bank (Giordania). Il capitale del sistema bancario è ancora per il 30% circa detenuto dallo Stato, che controlla la Banque Centrale Populaire (BCP) e 12 banche popolari locali. Lo Stato possiede altresì partecipazioni in 3 istituzioni finanziarie specializzate nel finanziamento di alcuni settori specifici (turismo, immobiliare, agricoltura e Amministrazioni locali). Tali istituti, che assolvono una "mission" politico-sociale, presentano un portafoglio crediti più rischioso e minori livelli di patrimonializzazione e di liquidità. Il livello di NPL delle banche pubbliche, sebbene in diminuzione, si attesterebbe al 21%59. La necessità di ristrutturare preventivamente i bilanci costituisce un impedimento alla privatizzazione. 59 Fonte : Dati SACE al 2007 Il processo di privatizzazione del settore procede con lentezza: nella seconda metà del 2002 si è realizzata la cessione della Union Internationale de Banques alla Société Generale, mentre nel 2006 è stata perfezionata la vendita della Banque du Sud, ora Attijiari, alla sociètà spagnola AndaluMaghreb. Si attende tuttavia un'accelerazione del processo, anche in relazione agli impegni di liberalizzazione del settore assunti dalla Tunisia verso l'Unione Europea. A dicembre 2008 operavano nel Paese 13 banche commerciali che costituivano circa il 90% del totale attivo del sistema. Le prime 5 banche incidevano per oltre il 60% degli assets di settore; di queste Banque Nationale Agricole, Société Tunisienne de Banque e Banque de l'Habitat, sono controllate dallo Stato – e detengono complessivamente circa il 38% degli assets di settore -, che definisce i settori da privilegiare nella concessione del credito (principalmente turismo e agricoltura). Inoltre, anche le banche di sviluppo presenti nel Paese - costituite per lo più in joint venture con altri Paesi arabi - sono controllate dallo Stato, che detiene più del 50% dei diritti di voto: Banque Tuniso-Koweitienne de Développement, Banque de Tunisie et des Emirats d'Investissement, Banque Tuniso-Libyenne, Stusid Bank (Arabia Saudita) e Banque Tuniso- Qatarie d'Investissement. Tali banche finanziano prevalentemente attività a medio-lungo termine (industria e progetti infrastrutturali), utilizzando fondi concessi dalle banche multilaterali di sviluppo e al momento sembrano ancora mancare della struttura, delle competenze tecniche, e dell'attività di raccolta adeguate a consentirne una trasformazione in banche universali, così come prevista nel progetto di riforma adottato dal Governo tunisino nel 2001. Le banche estere - ed in particolare i gruppi francesi60 in ragione dei legami storici tra i due mercati - pesano per circa il 25% degli assets di settore. Nonostante i progressi favoriti dalla crescita economica61, complessivamente il sistema bancario rimane debole e il livello di NPLs, ancorché in diminuzione, rimane elevato (15%)62. A seguito della crisi del 2001, il settore bancario della Turchia è andato incontro ad una profonda ristrutturazione – sotto le direttive del FMI - che ha portato il numero di banche operanti nel Paese a ridursi da 79 nel 2000 a 49 nel 2008. Attualmente, il settore bancario turco è concentrato, con le prime sette banche del Paese - quattro banche private Isbank, Akbank, Garanti, Yapi e 3 statali Ziraat, Halkbank, Vakiflar - che incidono per il 74% circa degli assets di settore. Complessivamente, le 13 banche private che operano nel mercato incidono per il 50% degli assets di settore. Parallelamente, l'incidenza sul totale dell'attivo di settore delle banche estere è aumentata, passando dal 4% nel 2004 al 25% a dicembre del 2008. 60 Société Générale detiene il 53% di Union Internationale des Banques, BNP Paribas il 50% di Union Bancaire pour le Commerci et l'Industrie e Banque Fédérative du Crédit Mutuel il 20% di Banque de Tunisie. Intesa Sanpaolo detiene il 5,61% della BIAT. 61 Dal 2006 al 2008, il tasso di crescita del Pil ha fatto registrare una variazione media del 5,4%. 62 Fonte: Dati SACE Si è assistito alla progressiva riduzione della quota di mercato delle banche pubbliche che, secondo gli ultimi dati disponibili, ammonta al 25% circa (dati a dicembre 2008). I tempi di realizzazione del processo di privatizzazione sono incerti: il 25% delle azioni della Vakiflar e della Halkbank – rispettivamente seconda e terza banche pubbliche con il 7% e il 6% degli assets - sono state quotate liberamente sulla Borsa Valori, rispettivamente nel 2006 e nel 2007, mentre non si hanno ancora indicazioni circa la privatizzazione di Ziraat Bank, prima banca pubblica del Paese per asset (13,5%). A seguito della crisi finanziaria internazionale, iniziata nel settembre del 2008, la Banking Regulation and Supervision Agency, ha deciso di ritardare l'entrata in vigore di Basilea II, inizialmente prevista per gennaio 2009. IV. Iniziative ABI a supporto della collaborazione bancaria con i Paesi della Sponda
a. Missioni di sistema nei Paesi della Sponda Sud (Prima edizione del Forum
Economico del Mediterraneo e missioni di follow-up nei Paesi della Sponda Sud)
L'ABI si è resa da tempo parte attiva per rafforzare il proprio ruolo a supporto dei processi di internazionalizzazione di banche ed imprese. In primo luogo dal 2005, in un'ottica di sistema con il mondo imprenditoriale e le Istituzioni, ha varato un progetto speciale destinato all'organizzazione con Confindustria e ICE delle missioni all'estero e degli eventi di maggior rilievo di promozione dell'Italia sui mercati internazionali. Con particolare riferimento ai Paesi della Sponda Sud, il 20 e 21 febbraio 2006, l'ABI - in collaborazione con ICE e Confindustria - ha realizzato a Palermo il I° Forum Economico del Mediterraneo, al quale sono state invitate delegazioni istituzionali ed imprenditoriali (250 imprenditori esteri) di ben tredici Paesi della Sponda Sud, con l'obiettivo di tracciare strategie ed azioni per rafforzare le nostre relazioni economiche. Per il settore bancario erano presenti i vertici delle Associazioni bancarie di Algeria, Marocco, Egitto, Giordania, Territori Palestinesi, Libano, i Presidenti di alcune grandi banche algerine, libiche, tunisine, egiziane, nonché esponenti delle Amministrazioni competenti in materia di privatizzazione bancarie di Marocco, Israele, Turchia, Tunisia con le quali si è organizzato uno specifico. Dal 2006 ad oggi, al fine di dare continuità ai contatti intercorsi in occasione del Forum Economico, ABI, ICE e Confindustria hanno organizzato cinque missioni imprenditoriali e altre iniziative di follow-up nei Paesi del bacino del Mediterraneo, tra cui le Missioni a Casablanca (ottobre 2006), a Tunisi (gennaio 2007), ad Algeri (giugno 2007), a Il Cairo (aprile 2008), a Tel Aviv (novembre 2009) e la visita a Roma del Presidente Egiziano Mubarak (giugno 2008). b. Memorandum of Understanding con l'Unione delle Banche Arabe (UAB)
L'esigenza di sviluppare una collaborazione sistematica tra l'ABI e le Associazioni dei Paesi dell'area mediterranea è emersa nel febbraio del 2006, in occasione della prima edizione del Forum sul Mediterraneo di Palermo. A tal fine, sono stati successivamente avviati una serie di contatti con l'Unione delle Banche Arabe (UAB) - che associa associazioni bancarie, banche centrali, nonché direttamente banche di tutti i Paesi del Golfo e del Nord Africa63 – con la quale si è definito un Memorandum of Understanding (MoU) che è stato firmato dalle parti nel settembre del 2007. 63 L'Unione delle Banche Arabe associa tutte le principali banche, associazioni, banche centrali ed istituzioni finanziarie dei Paesi del Mediterraneo interessati dal partenariato euro-mediterraneo (Nord Africa e alcuni Paesi medio-orientali), dei Paesi del Golfo e di alcuni Paesi europei. In dettaglio si tratta di: Algeria, Arabia Saudita, Bahrein, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Francia, Giordania, Iraq, Libano, Libia, Marocco, Sudan, Tunisia,Turchia, Regno Unito, Palestina, Qatar, Kuwait, Oman, Spagna, Siria, Yemen, Malta. Tale MoU è finalizzato al raggiungimento dei seguenti obiettivi: a) favorire una maggiore conoscenza ed integrazione tra il mondo bancario e finanziario italiano e quello arabo; b) rafforzare le relazioni interbancarie a supporto dei flussi commerciali e di investimento da e verso i Paesi arabi; c) creare le premesse per la creazione di alleanze e partnerships strategiche tra le banche italiane ed arabe. Al fine di realizzare tali obiettivi è stato realizzato un programma di attività che si è sostanziato in un pacchetto "integrato" di iniziative di diversa natura, tra cui: • lo scambio di informazioni sui rispettivi sistemi bancari, attraverso la cura di specifiche • una missione di otto tra i principali gruppi bancari italiani in Bahrein, con incontri con Istituzioni finanziarie, Autorità di regolamentazione e sette banche arabe, nell'ambito dei quali è stato dedicato ampio spazio all'approfondimento della finanza islamica; • il supporto alla progettazione di iniziative di formazione su banche e finanza nel • il Forum Internazionalizzazione del 2008 dedicato ai Paesi del Golfo, organizzato con il supporto dell'UAB ed il coinvolgimento di esponenti di spicco del mondo finanziario arabo, tra cui i vertici del Dubai International Financial Center. KEY NUMBERS
PAESI DEL M
Dati macroeconomici relativi ai Paesi della Sponda Sud e rapporti con l'Italia PAESI DEL MEDITERRANEO
KEY NUMBERS DELL'ECONOMIA Di seguito si riportano delle tabelle per paese nelle quali sono indicati i principali indicatori economici. Il dato del 2009 è riferito al mese di dicembre (elaborazione dati EIU). Indicatore
103,220 117,288 134,303 174,553 161,235 Variazione del PIL 21.313 31.874 38.880 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale 4.339 4.351 3.810 Debito Estero/PIL Indicatore
25,354 24,587 26,1 Variazione del PIL 11.603 13.304 13.483 Debito pubblico /PIL 48,393 51,2 53,1 Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale -8.933 -6.404 -5.940 32.613 n.a. n.a. Debito Estero/PIL Indicatore
Variazione del PIL Inflazione % 2,69 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale Debito Estero/PIL Indicatore
124,748 134,2545 145,8232 166,9915 202,1109 Variazione del PIL Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale Debito Estero/PIL Indicatore
20,07 20,70 22,23 Variazione del PIL Inflazione % 0,7 12.487 14.451 15.969 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale -7.126 -5.504 -5.626 6.774 6.809 6.972 Debito Estero/PIL Indicatore
29,20 31,07 33,7 Variazione del PIL Inflazione % 0,3 47.023 49.939 50.952 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale -11.211 -12.008 -13.091 33.795 36.049 36.882 Debito Estero/PIL 115,7 116,0 109,3 Indicatore
Variazione del PIL Inflazione % -4,6 2.744 2.726 2.872 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale 40.292 9.921 18.746 5.611 5.982 6.561 Debito Estero/PIL Indicatore
Variazione del PIL Inflazione % 2,4 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale Debito Estero/PIL Indicatore
Variazione del PIL Inflazione % 1,9 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale Debito Estero/PIL Indicatore
50,78 51,50 59,763 Variazione del PIL Inflazione % -0,4 13.078 17.503 19.391 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale -1.996 -2.978 -3.164 7.199 7.668 8.003 Debito Estero/PIL Indicatore
40,40 37,69 40,0 Variazionel del PIL 18.228 20.283 22.917 Debito pubblico /PIL Popolazione mil. Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale -4.010 -4.423 -4.025 19.888 19.151 21.591 Debito Estero/PIL Indicatore
Variazionel del PIL Inflazione % 55,0 Debito pubblico /PIL Popolazione million Aumento popolazione Tasso disoccupazione Bilancia commerciale Debito Estero/PIL Principali indicatori macroeconomici dell'area (2000-2009)
Giordania
Turchia Palestina
PIL nominale
24,59 189,02 195,36 Variazione
del PIL reale

(%)
Tasso di

Inflazione
(%)
Tasso di

ne (%)
Debito

Pubblico (mld
13.304 151.871 161.464 Debito estero
n.d. 28.347 83.940 58,98 102,37 82,92 (%)
Debito estero
/PIL
(%)
bilancia
commerciale
-6404 -22625 -4731 (mln USD) (*)
Popolazione


Tasso di
crescita

popolazione
(*) Il dato si riferisce al 2009 (**) Somme tra i vari paesi Interscambio Italia - Paesi del mediterraneo (valori in milioni di euro)
Interscambio Totale
*) Dati al novembre 2009 Dal 1995 (anno di inaugurazione del Partenariato Euromediterraneo) a fine 1999 il saldo commerciale complessivo con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo è stato favorevole all'Italia per poi diventare negativo. Nel periodo che va dal novembre 1999 al novembre 2009 le esportazioni italiane nell'area sono aumentate del 98% (passando dagli 8.237 ai 20.287 milioni di euro) mentre le importazioni del 153% (passando dai 7.811 ai 23.955 milioni di euro). Gli unici Paesi verso cui l'Italia ha registrato un deficit commerciale nel 2009 sono l'Algeria (per le importazioni di petrolio greggio) e la Libia (per l'acquisto di petrolio e gas naturale). Di seguito si riportano i dati relativi all'interscambio commerciale con i 13 Paesi facenti parte della Sponda Sud del Mediterraneo (cfr. Tabella 1). La quota di mercato dell'Italia sui flussi di esportazioni verso i Paesi del Mediterraneo si attesta tra lo 0,02% ed il 7,10% in Giordania, Cipro, Israele, Libano, Malta, Marocco, Palestina e Siria, mentre è tra il 10,80% e il 12,28% per l'Algeria, Egitto, Libia e Tunisia. Si attesta invece al 24,76% in Turchia. La quota di mercato dell'Italia sui flussi delle importazioni raggiunge i 37,86% per Libia e 24,37% per Algeria. Quote dell'Italia (dati al settembre 2009)
Giordania
Palestina
Area Mediterraneo
Nel 2009, secondo gli ultimi dati ICE del settembre 2009, l'Italia risulta in media il secondo cliente e il quarto fornitore delle merci dei Paesi della sponda Sud. I principali concorrenti nell'area sono Stati Uniti, Francia, Germania, Cina, Russia e Spagna. In particolare, l'Italia risulta essere il primo cliente di Libano, Libia, Malta, Siria e il primo fornitore di Tunisia. Inoltre, è il secondo cliente e fornitore di Algeria (cfr. Tabella 2). Principali voci delle importazioni italiane sono: idrocarburi, prodotti agricoli, alimentari, tessile, cuoio e calzature, marmo, legname. Principali voci delle esportazioni italiane sono: beni strumentali, macchine ed apparecchiature meccaniche (per lavorazione marmi e pietre, agroindustria, pelli, materie plastiche), semilavorati, prodotti energetici raffinati, prodotti chimici (Rapporti Congiunti MAE-ICE). Investimenti Diretti Esteri
Nel 2008 il flusso di Ide mondiali verso i 13 Paesi del Mediterraneo ha raggiunto i 59,8 miliardi di dollari a fronte dei 31,1 miliardi registrati nel 2005. Gli aumenti più significativi si sono registrati in Libia (296%), Siria (262%) e Tunisia (253%). Investimenti diretti esteri nel Mediterraneo (World Investment Report 2008)
IDE (mln $)
Peso IDE sul
PIL (2008 - %)
Giordania
Palestina
Area Mediterraneo
Per quanto riguarda invece gli investimenti diretti italiani verso i paesi della sponda Sud del Mediterraneo, a settembre 2009 essi ammontavano a 346 milioni di Euro, contro i 389 milioni registrati nello stesso periodo del 2008 (-12% circa). Tuttavia, nello stesso periodo, sono aumentati sensibilmente gli investimenti diretti italiani in Egitto (passando dai 22,71 ai 198,78 milioni di euro), mentre in Turchia sono diminuiti del 61%. Investimenti Diretti Esteri italiani verso i paesi della Sponda Sud del Mediterraneo
(mln di euro)
2008 (sett.) 2009 (sett.)
Giordania
Palestina
TOTALE 682,77
389,55 346,82
PRESENZA DI IMPRESE ITALIANE NEI PAESI DEL MEDITERRANEO Secondo l'ICE nei Paesi della Sponda Sud sono presenti circa 1700 imprese italiane (circa 800 in Tunisia, 376 in Turchia e 82 in Marocco) - cfr. Tabella n. 3. Le imprese di grandi dimensioni operano soprattutto nei seguenti settori: industriale, energia, infrastrutture, costruzioni e petrolifero. Tra i principali investitori si segnalano: per il settore energetico Eni, Agip, Snam Progetti, ABB Process Solutions & Services SpA, EnelPower; per il settore trasporti Fiat Auto, Iveco, Piaggio, Grimaldi Group, Costa Container Lines; per grandi lavori ed opere di costruzione Bonatti, Todini, Ansaldo, Carta Isnardo, Garboli-Conicos, Astaldi SpA, Bentini Costruzioni, Lesi, Pizzarotti, Italcementi, Technimont e Technint (impiantistica); per l'industria EMB Electrical Industries SAE, Pirelli Pneumatici, Zanussi, Valvitalia; per il tessile ed abbigliamento Benetton, Eldo, Mirovoglio-GVB, Gruppo Marzotto e Cucirini; per il turismo, Domina Group, Alpitour, Best Tour, Turisanda Tour Operator, Valtur, Ventaglio. Le piccole e medie imprese sono attive soprattutto nei settori dell'agro-industria, del catering, della formazione professionale, dell'imballaggio e dell'industria molitoria. TABELLE N. 1

INTERSCAMBIO PAESI DEL MEDITERRANEO
Algeria
Interscambio Totale
*) settembre
Cipro
Interscambio Totale
*) settembre
Egitto
Interscambio Totale
*) settembre
Giordania
Interscambio Totale
*) settembre
Israele

Interscambio Totale
*) settembre

Libano

Interscambio Totale
*) settembre

Libia

Interscambio Totale
*) settembre

Malta

Interscambio Totale
*) settembre



Marocco

Interscambio Totale
*) settembre
Palestina
Interscambio Totale
*) settembre
Siria
Interscambio Totale
*) settembre
Tunisia
Interscambio Totale
*) settembre



Turchia

Interscambio Totale
TABELLA N. 2
INTERSCAMBIO E SALDO ITALIA – PAESI DEL MEDITERRANEO (valori in mln €) Esportazioni Importazioni
beni strumentali, 2.455 8.823 178% -2.811 -106% FR, NL) prodotti alimentari metallurgici, energia prodotti tessili, energetici raffinati tessile, macchine e 1.703 3.011 77% 424 882 108% FR.) prodotti chimici e petroliferi raffinati Metalli di base e Giordania
prodotti in metallo, sostanze e prodotti Prodotti chimici di base, botanici per 1.565 1.895 21% 584 425 -27% DE, UK,IT) meccanici, prodotti gioielli e articoli di chimici, metalli di oreficeria, materie prodotti energetici macchinari, tessile- metalli, prodotti chimici, materiali da costruzione, prodotti energetici, oreficeria chimica, metalli prodotti chimici e 2.565 9.249 261% prodotti chimici, fibre sintetiche, prodotti in gomma e macchinari (marmi prodotti alimentari, agroindustria, pelli, (olivo), manufatti in Cina, Russia, materie plastiche) petrolio greggio, oli e grassi animali, 705 1.321 87% 174 709 308% meccanici, prodotti prodotti tessile e prodotti agricoli, elettrotecniche e di precisione, prodotti parti ed accessori per autoveicoli, prodotti petroliferi raffinati, apparecchi Palestina
industrie tessili, per per radiodiffusione e l'abbigliamento e il televisivi, filati di petroliferi raffinati, filati di cotone, materie plastiche prodotti energetici raffinati, navi e aliscafi, mobili, minerali, pelli, 1.956 3.337 71% 189 258 36% De, Uk, IT) meccaniche, tessile naturale, prodotti petroliferi raffinati, 3.213 7.304 127% 700 783 12% I fornitore fibre sintetiche, prodotti chimici di gioielli, oreciferia base, prodotti della siderurgia, metalli di base non ferrosi Area Med 16.048 36.107 125% 426 -3.432 -904%
Fonte: Elaborazione dati Istat e Rapporti MAE-ICE TABELLA N. 3
PRESENZA ITALIANA NEI PAESI DEL MEDITERRANEO Settori di investimento - Aziende
Opportunità di investimento
italiane
ENI, Ansaldo, ENelPower, Snam Progetti, Astaldi, Bentini Costruzioni, Iveco, Grimaldi Agroindustria, pesca, edilizia, energia, farmaceutica Servizi, Impiantistica, Industria, Petrolifero, Turismo, petrolchimico, Trasporti, Turismo – Ansaldo, Danieli, Epsco, costruzioni, agroindustria, Ipregilo, Pirelli tessile, marmo, fertilizzanti Trasporti, turismo, energia, trattamento acque, tessile, high- Italcementi, Snamprogetti (Porto di Tangeri) Cristalstrass, ENI, tech Agricoltura, grandi lavori, aeronautica, trasporto Elettronica-elettrotecnica, auto e Tessile e abbigliamento, energia, chimica e componentistica, tessile, gomma, elettrico ed elettronico, edilizia, pelletteria e calzature, trasporti, metallurgico farmaceutica, packaging, Assicurativo, telecomunicazioni, semiconduttori, spaziale (Alenia), beni di Aeronautica civile e militare, consumo (Luxottica e Benetton) – Generali, elettronica, telecomunicazioni, Costruzione e Impiantistica (Ansaldo, Enel Turismo, alta tecnologia, Produzione), Trasporti (Alitalia), Industria telecomunicazioni, agroindustria, (Snaidero, Pirelli cavi e sistemi) infrastrutture (Condotte, Alstom Power Italia, EMIT, Compagnia delle Opere Pubbliche) o Giordania
Argoalimentare, tessile, all'insediamento stabile attraverso Uffici Regionali (Ansaldo Energia, Chimec, Prodit lavorazione marmo, packaging Engineering, Lotti e Associati, ecc. Marmi e materiali lapidei, tessile, Palestina
pelami e calzature, macchinari, Stefanel, Alitalia, Fiat, Benetton, Nuovo Oleario, agroalimentare, farmaceutico, tessile, turismo bancario e altri servizi finanziari, telecomunicazioni, prodotti chimici, commercio, industria manifatturiera alimentare, automobilistico, energia, turismo – Agusta, Alenia, Barilla, Benetton n.d. n.d. Energia, telecomunicazioni, trasporti, turismo Microprocessori (STMeletrctronics), tessile, Arredamento, agroalimentare, servizi assicurativi e finanziari, trasporti – costruzione e riparazione navi e Costa Crociere, generali, Grimaldi Idracarburi (ENI, Snam), trasporti (IVECO, Non-oil, attrezzature per la Tarros, Gruppo Messina), lavori civili pesca, telecomunicazioni, (Bonatti), centrali termiche (Enel Power), turismo, materiali per l'edilizia, impiantistica (Technimont, Technint, Snam Fonte: Elaborazione dati Rapporti Congiunti MAE-ICE KEY NUMBERS
SISTEMI BANCARI
Dati di sintesi sui sistemi bancari dei Paesi della Sponda Sud Sistemi bancari dei Paesi rivieraschi64
Nota metodologica: i valori riportati nella scheda sono stati elaborati sulla base di dati relativi
ad un campione d banche per ciascun Paese il più ampio possibile (mediamente rappresentativo dell'80% del mercato); nella maggior parte dei Paesi considerati infatti non si dispone di dati relativi all'intero settore. Indici di
NPL/
Processo di
Applicazione Accordi di
(% su asset
Crediti Totali
Basilea I e II
totali del
Basilea I, informazione non 91,95% n.d. b) 42,91% disponibile sull'applicazione di Basilea I, Basilea II dal 2007 Basilea I, informazione non 56,48% n.d. b) 84,98% disponibile sull'applicazione di Basilea I, Basilea II dal 2008 n.d. 6,90% b) 116,19% Basilea I, Basilea II dal 2009-2010 Basilea I, informazione non disponibile sull'applicazione di 84,15% n.d. b) 50,47% Adozione politiche contabili locali Lo Stato detiene Basilea I, Basilea II dal 2007 32,37% n.d. b) 101,90% Basilea I, Basilea II dal 2007 Non si hanno indicazioni sull'applicazione di Basilea I & II Basilea I, informazione non In fase di stallo disponibile sull'applicazione di Informazione non disponibile sull'applicazione di Basilea II 27,94% 3,6% b) 50,48% (inizialmente prevista per Gen. Fonte. Elaborazione Dati Sintesi 2000- BANKscope * La percentuale indica il livello minimo di assets pubblici nel settore, essendo relativa ad un campione di banche rappresentativo ma non esaustivo. 64 Algeria, Cipro, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Libia, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia. Non sono disponibili dati per i Territori palestinesi. Dal prospetto riepilogativo sopra riportato emerge un quadro molto eterogeneo. Come emerge dal prospetto riepilogativo, il processo di privatizzazione è stato realizzato pressoché completamente in cinque Paesi - Cipro, Giordania, Israele, Libano, Malta -, mentre è attualmente in corso di realizzazione in sei Paesi - Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia e Turchia -, anche se in alcuni procede molto lentamente. In Siria invece il processo non è stato avviato. Come riferimento al livello di bancarizzazione dell'economia, alcuni Paesi presentano livelli molto elevati, in particolare Cipro, Giordania, Israele, Libano e Malta. Secondo i dati riportati dalla società Sintesi 2000 la percentuale di Non Performing Loans sui crediti totali è pari in media a circa il 5,43% (era pari al 12% nel 2006), con valori che variano tra l'1% per la Siria e il 14,95% per la Tunisia. Si segnala tuttavia che i dati non sono disponibili dei dati per tutti i Paesi e peraltro, secondo alcuni analisti, in molti casi si tratta di valori sottostimati, a causa della scarsità di informazioni e la limitata trasparenza dei bilanci delle banche. Per quanto riguarda invece il capital adequacy ratio previsto da Basilea I, esso trova applicazione in 6 Paesi (Algeria, Egitto, Israele, Libano,Tunisia e Turchia), mentre altri Paesi quali Cipro, Malta e Marocco hanno già adottato Basilea II dal 2007 e, da ultimo, la Giordania nel 2008. È infine in corso in Israele e in Turchia l'implementazione graduale dei requisiti di Basilea II, che dovrebbe ultimarsi nel corso del 2010. KEY NUMBERS
SISTEMA BANCARIO
Dati di sintesi sul sistema bancario Paesi della Sponda Sud Data analisi 29/09/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
ALGERIA

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
62.566 91,95% 17.488 86,16% 53.752 93,27% 21 12 68.043 20.296 57.633 Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 12 banche (che costituiscono circa il 97% degli assets di settore del sistema
bancario dell'Algeria). Dati a dicembre 2007
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse 1.580,2
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2007
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (57.633+20.296)/134.300 58,0% 57.633/134.300 42,91% 20.296/134.300 15,09%
Processo di privatizzazione:
Non si è realizzato: lo stato detiene oltre il 90% degli assets di setttore.
Regolamentazione di vigilanza:
Si rispetta Basilea 1. Nulla si può sapere in merito alla tenuta contabile secondo gli IFRS e
soprattutto sull'implementazione di Basilea 2. Il paese tuttavia, appare molto indietro su tutto.
Data analisi 22/09/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
CIPRO

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
65.869 44,46% 42.494 48,57% 57.100 46,15% 82.285 55,54% 44.997 51,43% 66.628 53,85% * Per 3 banche i dati di bilancio sono fermi al dicembre 2007. Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 6 banche (che costituiscono oltre l'80% degli assets di settore del sistema
bancario di Cipro). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse 2.811,9
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (123.728+87.491)/24.900 848,26% 123.728/24.900 496,89% 87.491/24.900 351,37%
Processo di privatizzazione:
Lo stato ha ceduto completamente le sue proprietà.
Regolamentazione di vigilanza:
Si rispetta Basilea 1. Le banche redigono i bilanci secondo gli IFRS. Basilea 2 è stata implementata
a dicembre 2007.
Data analisi 19/10/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
EGITTO

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
88.121 56,48% 29.882 48,84% 76.565 56,63% 5.252 3,37% 3.344 5,47% 4.779 3,53% 62.640 40,15% 27.954 45,69% 53.862 39,84% * Per 6 banche i dati sono fermi a dicembre 2007. Le banche statali chiudono l'esercizio a giugno anziché a dicembre di ogni anno. Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 25 banche (che costituiscono l'89% degli assets di settore del sistema
bancario dell'Egitto). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (135.206+61.180)/159.100 123,43% 135.206/159.100 84,98% 61.180/159.100 38,45%
Processo di privatizzazione:
Si sta realizzando, ma procede più lentamente del previsto. Lo stato controlla ancora il 56% degli
assets di settore 2008. Si cerca di vendere la Banque du Caire (4,4% degli assets di settore).
Regolamentazione di vigilanza:

Adottata Basilea 1. Non si conosce l'implementazione per Basilea 2. Le banche redigono il bilancio
secondo gli account locali. La trasparenza dei dati di bilancio è opaca.
Data analisi 15/10/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
GIORDANIA

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
42.855 71,19% 20.484 71,37% 33.706 70,55% 15* 60.194 28.703 47.777 Per 4 banche i dati sono fermi a dicembre 2007. Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 11 banche (che costituiscono il 95% degli assets di settore del sistema
bancario della Giordania). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse 1.747,16 US$/mio
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (47.777+28.703)/20.100 380,49% 47.777/20.100 237,69% 28.703/20.100 142,80%
Processo di privatizzazione:
E' stato realizzato completamente.
Regolamentazione di vigilanza:

Adottata Basilea 1. Basilea 2 è stata implementata a gennaio 2008. Le banche redigono il bilancio
secondo gli IFRS.
Data analisi 04/09/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
ISRAELE

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
private 12 10* 287.282 197.367 231.350 Totale 15 197.367 231.350 * Per 3 banche i dati di bilancio sono fermi al dicembre 2007. Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 5 banche (che costituiscono circa il 92% degli assets di settore del sistema
bancario di Israele). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (231.350+197.367)/199.100 215,32% 231.350/199.100 116,19% 197.367/199.100 99,13%
Processo di privatizzazione:
E' stato realizzato quasi completamente (lo stato ha partecipazioni di minoranza in Leumi ed Israel
Discount). La privatizzazione, tuttavia, è stata concessa solamente ad uomini di affari ebrei (previa
approvazione dei potenti sindacati), in particolare statunitensi.
Regolamentazione di vigilanza:
Vengono applicati i requisiti di Basilea I.
Basilea II entrerà in vigore dal dicembre 2009.
Gli IFRS non sono obbligatori.
Data analisi 06/08/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
LIBANO

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
48.443 45,75% 15.185 44,27% 42.530 45,80% 45.801 43,23% 15.327 44,69% 40.090 43,17% * Per 22 banche i dati di bilancio sono fermi al dicembre 2007. Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 11 banche (che costituiscono circa il 70% degli assets di settore del sistema
bancario del Libano). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse 1.624
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (92.859+34.297)/27.800 457,39% 92.859/27.800 334,02% 34.297/27.800 123,37%
Processo di privatizzazione:
Lo stato ha ceduto completamente le sue proprietà.
Regolamentazione di vigilanza:
Non si hanno notizie in merito alle disposizioni sugli IFRS. Non si conoscono le date di attuazione
di Basilea 2.
Data analisi 10/06/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
LIBIA

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
5.302 15,85% 1.040 19,78% 4.047 14,90% 10 33.447 5.259 27.156 I valori sono puramente indicativi in quanto su 10 banche che forniscono i dati: 2 sono a dic07, 3 sono a dic06, 2 sono a dic05, 1 è a
dic04, 1 a dic03 e 1 a dic01. Indicatori dell'andamento del settore:
Purtroppo è impossibile calcolare i dati medi per il ROE (in quanto andrebbe calcolato su anni diversi), mentre le banche non rilasciano dati sui non performing loans. Si lamenta la bassa trasparenza delle banche della Libia. Dati a dicembre 2007
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2007
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (27.156+5.259)/53.800 60,25% 27.156/53.800 50,47% 5.259/53.800 9,78%
Processo di privatizzazione:
Lo stato è dominante ma ha intenzione di avviare il processo di privatizzazione. Cerca partner esteri
a cui affidare le banche di sua proprietà.
Regolamentazione di vigilanza:
Le banche non sono obbligate a redigere il bilancio secondo gli IAS. Adottano pratiche contabili
locali che permettono la sottocapitalizzazione e sottostimano il reale livello dei non performing
loans
.
Data analisi 25/09/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
MALTA

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
9.602 27,95% 4.742 28,93% 8.669 32,35% 24.752 72,05% 11.648 71,07% 18.130 67,65% 22 12* 34.354 16.390 27.799 * Per 3 banche i dati di bilancio sono fermi al dicembre 2007. Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 9 banche (che costituiscono oltre il 90% degli assets di settore del sistema
bancario di Malta). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse 595,8
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (27.799+16.390)/8.500 519,87% 27.799/8.500 327,0% 16.390/8.500 192,87%
Processo di privatizzazione:
Lo stato detiene ancora una quota del 25% nella Bank of Valletta.
Regolamentazione di vigilanza:
Si rispetta Basilea 1. Le banche redigono i bilanci secondo gli IFRS. Basilea 2 è stata implementata
a gennaio 2007.
Data analisi 04/11/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
MAROCCO

Struttura:
Dati in milioni Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
di US$
effettivo cui i dati sono (valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
percentuale su
tot)
tot)
33.788 32,37% 20.751 32,27% 29.635 33,88% 31.973 30,63% 18.950 29,47% 25.471 29,12% 38.617 37,00% 24.611 38,26% 32.366 37,00% Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono al campione di 8 banche dell'analisi (che costituiscono oltre il 90% degli assets di settore del sistema bancario del Marocco). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi Tasso d'inflazione medio % Non performing loans (lordi) Net Interest Margin
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (87.472+64.312)/85.800 176,90% 87.472/85.800 101,90% 64.312/85.800 75,0%
Processo di privatizzazione:
Le banche statali dominano ancora la scena con oltre il 30% degli assets.
Regolamentazione di vigilanza:
Vengono applicati i requisiti di Basilea I.
L'applicazione di Basilea II non è nota.
La banca centrale tenta di introdurre gradualmente gli IFRS, ma con scarsi risultati.
Data analisi 25/11/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
SIRIA

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
8.271 31,09% 2.707 22,49% 7.141 40,01% Totale 17 26.603 12.036 17.845 Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 11 banche (che costituiscono il 95% degli assets di settore del sistema
bancario della Siria). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi Tasso d'inflazione medio % Non performing loans Net Interest Margin * dato fornito da sole 4 banche.
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (17.845+12.036)/50.800 58,82% 17.845/50.800 35,12% 12.036/50.800 23,70%
Processo di privatizzazione:
Lo stato domina il settore attraverso la Commercial Bank of Syria (68% degli assets di settore). C'è
la volontà di aprirsi all'estero (paesi arabi), ma in maniera molto graduale.
Regolamentazione di vigilanza:
Non si è a conoscenza dell'applicazione dei requisiti di Basilea I.
Non si conoscono le prospettive di applicazione di Basilea II.
Nel paese vigono i local account che non sono minimamente paragonabili agli IFRS.
Data analisi 17/11/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
TUNISIA

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
33,38% 7.568 36,75% 6.298 30,34% 39,87% 8.068 39,18% 7.951 38,31% 8.271 26,75% 4.956 24,07% 6.506 31,35% Totale 28 30.917 20.592 20.755 Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 10 banche (che costituiscono l'85% degli assets di settore del sistema
bancario della Tunisia). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi Tasso d'inflazione medio % Non performing loans Net Interest Margin * il dato è relativo a sole 5 banche.
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (20.755+20.592)/42.200 97,97% 20.755/42.200 49,18% 20.592/42.200 48,79%
Processo di privatizzazione:
Si è bloccato. Lo stato controlla ancora il 33,3% degli assets di settore.
Regolamentazione di vigilanza:
Vengono applicati i requisiti di Basilea I.
Non si conoscono le prospettive di applicazione di Basilea II.
Vengono utilizzati i local account, non si conosce la data di introduzione degli IFRS.
Data analisi 30/07/09
KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO
TURCHIA

Struttura:
Dati in milioni di Numero Numero per
Total Assets
Mercato dei prestiti Mercato dei depositi
US$
cui i dati
(valore assoluto e
(valore ass. e % su
(valore ass. e % su
sono
percentuale su
tot)
tot)
27,94% 60.683 22,47% 44,94% 121.407 44,96% 157.028 42,60% 27,12% 87.967 32,57% 93.438 25,36% 270.047 368.567 * Per 11 banche i dati di bilancio sono fermi al dicembre 2007. Indicatori dell'andamento del settore:
I dati medi si riferiscono ad un campione di 28 banche (che costituiscono il 95% degli assets di settore del sistema
bancario della Turchia). Dati a dicembre 2008
Tasso di interesse medio sui prestiti Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine Tasso di interesse medio sui depositi % Non performing loans Margine di intermediazione (Mg interesse + commissioni nette + attività di Margine di interesse
Livello di bancarizzazione dell'economia:
Dati in milioni di US$ a dicembre 2008
In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (368.567+270.047)/730.000 87,48% 368.567/730.000 50,48% 270.047/730.000 37,0%
Processo di privatizzazione:
Lo stato sta progressivamente cedendo le sue proprietà (a dicembre 2008 è sceso al 25% degli assets
di settore), e vuole alienare le banche con tempi e modalità non ancora definiti.
Regolamentazione di vigilanza:
Le banche adottano pratiche contabili locali che sono in linea con gli IFRS. A settembre 2008, a
seguito della crisi finanziaria che ha colpito l'intero globo, la BRSA ha deciso di ritardare
l'entrata in vigore di Basilea 2, che era stata prevista per il gennaio 2009, a data da destinarsi.

Source: https://www.abi.it/DOC_Mercati/Internazionalizzazione/Missioni-di-sistema/DOCUMENTO%20MEDITERRANEO%20(Roma%202010).pdf

Dnb-26_s1-211-356-p.pdf

Psychiatria Danubina, 2014; Vol. 26, Suppl. 1, pp 315–321 Conference paper © Medicinska naklada - Zagreb, Croatia COMBINING ANTIPSYCHOTICS; IS THIS STRATEGY USEFUL? Jill Christy1,2, David Burnside1,3 & Mark Agius4,5,6 1School of Clinical Medicine, University of Cambridge, Cambridge, UK 2St Catharine's College University of Cambridge, Cambridge, UK

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Written out Written oFF Failure to invest in education deprives children oF their potential table of contents International Research on Educational Inequality Social Inequality in Irish Education Consequences and Costs of Early School Leaving Educational Policy in the Irish Context; DEIS Conclusions and Recommendations